PORTOFERRAIO (Livorno). Nella finanziaria si introduce la possibilità di una tassa di soggiorno fino ad un massimo di 5 euro per ogni turista, un contributo che dovrebbe essere destinato genericamente alla manutenzione urbana ed alla valorizzazione dei centri storici e da non confondere con la tassa di scopo, anche questa prevista per i comuni che la vorranno istituire, e finalizzata alla gestione del traffico in acceso alle città. Sulla tassa di soggiorno i commenti si sprecano e, mentre gli operatori turistici sembrano compattamente contrari, gli amministratori si dividono, e non per appartenenza politica, tra i favorevoli come Domenici di Firenze ed i contrari come praticamente tutti i suoi colleghi delle località marittime. Chiediamo a Roberto Peria, sindaco di Portoferraio, capoluogo dell’Elba e località di transito di quasi tutto il turismo dell’isola, cosa ne pensa. «Io sono contrario alla tassa di soggiorno – dice secco Peria – A livello di fiscalità generale il governo mi sembra stia facendo un buon lavoro, ma poi sono preoccupanti i tagli agli enti locali e si scaricano sui comuni i tagli, suggerendo di recuperare quello che si perde con la tassa di soggiorno o di scopo» Ma non potrebbe servire a garantire servizi che all’Elba non sembrano molto efficienti? «L’imposta di soggiorno l’ho sempre vista come il fumo negli occhi. Prendiamo il caso del comune di Portoferraio: abbiamo fatto un’azione di recupero del credito, anche fuori bilancio, lasciatoci in eredità dalla passata amministrazione che è stato penalizzante, ora finalmente stiamo scollinando e vorremmo ritoccare verso il basso tasse e tributi. Vorremmo ridistribuire. Ora il governo ci dice: noi tagliamo la spesa, voi dovete aumentare le fiscalità locali». Ma la tassa di soggiorno non ricade sui cittadini residenti. «Quando il sindaco di Piombino propose una tassa di scopo per accedere all’Elba, dicemmo che non era sostenibile. Con la tassa di soggiorno rischiamo di compromettere il rilancio del turismo che c’è stato quest’anno all’Elba, con percentuali che si annunciano del 10/15% in più. E poi quando si parla di non scaricare solo sui residenti i costi dei servizi di cui usufruiscono anche i turisti, bisognerebbe che anche la provincia e la regione investissero di più nella realizzazione di infrastrutture che farebbero calare i costi economici di quei sevizi» Ma un euro o 50 centesimi in più o in meno non potrebbero fare la differenza per i servizi e non pesare sui turisti? «Io sono per fare l’ampliamento della discarica di Literno. Dati alla mano copriremmo le esigenze di smaltimento dei rifiuti per i prossimi 20 anni ed abbatteremmo del 20% i costi per i cittadini». Contrari alla tassa di soggiorno anche gli albergatori. «Siamo assolutamente contrari – dice Mauro Antonini, presidente dell’associazione albergatori dell’Elba che conta circa 300 soci – Vorrebbe dire tornare indietro di 20 anni. E poi, a chi vanno gli oneri, a clienti o agli albergatori? Se fosse a carico nostro io le dicvo che solo con un euro a testa per cliente, un piccolo albergo come il mio si troverebbe ad avere un aggravio netto di 10.000 euro in una stagione, con 5 euro ci saremmo mangiati praticamente tutto il guadagno. E per un aggravio sui clienti non c’è possibilità, il rischio è di finire fuori mercato». Ma in altre località turistiche, come quelle d’arte, sembra che le amministrazioni vedano questa possibilità come un vantaggio, magari per coprire spese come la nettezza urbana che pesano anche sugli alberghi. «Guardi, qui all’Elba si sta discutendo già di aumentare Tarsu, Tia e Ici e i servizi ci costano già molto cari, un altro balzello non sarebbe sostenibile - conclude Antonini - Domani pomeriggio ci incontreremo col sindaco di Portoferraio per discutere proprio della Tarsu e il 13 ottobre alla nostra assemblea annuale credo che confermeremo la nostra assoluta contrarietà a tasse di soggiorno e di scopo e chiederemo ai comuni di non metterle». www.greenreport.it
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