Prima lo hanno costruito, un muro di carta spesso e inquietante. Toglieva la vista del mare e di chi era dalla parte opposta. Poi lo hanno demolito con vigore, saltando sulle scatole vuote per renderle piatte e innocue. Così sulle sue rovine i ferrovieri ci hanno fatto passare le rotaie, “l’ultimo pezzo di rotaia di Piombino che infatti sta sanguinando” ed hanno costruito un ponte immaginario con l'Elba ed il Continente. E’ stata una manifestazione fantasiosa quella che, dopo aver toccato le stazioni ferroviarie da Campiglia a Piombino, è giunta all’Elba per protestare in maniera simbolica contro tutti i muri del pregiudizio. Studenti e detenuti del carcere di Porto Azzurro, artisti e amministratori, presente anche l’assessore regionale alla cooperazione Massimo Toschi e Nunzio Marotti assessore alla cooperazione del comune di Portoferraio, hanno assistito e partecipato alla performance “Rotaie e Timoni” organizzata dal centro interculturale “Samarcanda”, l'associazione "Nuovo teatro dell'Aglio" con la collaborazione di Regione, Provincia e Comuni. Sulla banchina del porto di Portoferraio sabato mattina si è parlato di muri del carcere, della guerra, del razzismo. “Il mare è un ponte. Sul mare – ha detto l’assessore Massimo Toschi - non si possono costruire muri, e questo è lo stesso mare che bagna il Libano, Israele e l’Africa”.
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