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Salta l'assemblea della Comunità del Parco - La pietosa bugia logistica

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 30 settembre 2006

Uno scarno comunicato è giunto da Via Guerrazzi in mattinata di venerdì: "A causa della sopravvenuta impossibilità di alcuni componenti dell’assemblea della Comunità del Parco, a partecipare alla seduta, già fissata per il giorno di lunedì 02/10/2006 - si legge nella nota firmata dal Predidente D'Errico - mi vedo costretto a rinviare la convocazione al giorno di martedì 10/10/2006, presso la sede dell’Ente Parco in via Guerrazzi 1 a Portoferraio, con le stesse modalità (ore 09,30 in prima convocazione ed ore 10,30 in seconda convocazione) e con lo stesso O.d.G. Nel caso i sig.ri membri non possano essere presenti si prega di dotare di delega i propri sostituti". E' una notizia molto per modo di dire poichè da giorni ormai si sapeva che la riunione del 2 Ottobre sarebbe saltata. Più che altro lo slittamento annunciato deve essere in termini informativi tradotto ai lettori, ai cittadini, per quello che è in realtà: l'ennesima dimostrazione della incapacità degli eletti tra gli elbani di compiere scelte sovraccomunali, di agire con senso della comprensorialità, di "pensare" oltre i ristretti confini del proprio orticello amministrativo. La realtà è che dopo oltre due mesi trascorsi inutilmente dalla richiesta del ministro dell'Ambiente, i magnifici 15 della Comunità ed in particolare i magnifici 9 dell'Elba non hanno cavato un ragno dal buco, sono in piena confusione, e ad ogni ora la situazione si complica, la candidatura unica (che pareva sostenuta da entrambi gli schieramenti) del Sindaco di Rio Elba alla Vicepresidenza del Parco è diventata bina, trina e poi un merletto, con il balenare dei nomi di D'Errico, Logi, Briano, con la Provincia di Livorno (l'edizione di governo provinciale più incolare e meno dotata di personalità e visibilità degli ultimi quaranta anni) che complica i già difficili giochetti elbani, puntando ad una sua sediola nel direttivo del Parco e sottraendo un seggio ai tre che parevano destinati ai rappresentanti dell'isola magggiore dell'arcipelago. E non manca neppure chi incomincia a smenarla a tempo scaduto col "partiamo dai criteri" che in genere è l'introduzione a qualche furbesca nuova operazione. Su tutto ciò domina una tragica assenza, la mancanza di un soggetto politico unificante, capace di parlare con lo stesso linguaggio nelle diverse realtà territoriali componenti il Parco, atteso che l'Ulivo (per non parlare dell'Unione) si è comportato nella vicenda come la banda del corpo sciolto e che i DS con le loro diverse anime paiono ormai la rappresentazione dei separati in casa. In queste condizioni vorremmo sapere poi con che muso gli isolani di qualsiasi segno (a destra il marasma è identico) si presentano a protestare contro le nomine che calano dall'alto, quando non sono capaci di accordarsi su niente. Facciamo finta di crederci ai sopravvenuti impegni, diamogli questi altri 8 giorni di tempo perchè riescano a compicciare uno straccio di accordo. E che Dio ce la mandi bona, dicevano i vecchi, modo di dire che (da laici) ci tocca riesumare non sapendo più ormai a che santo votarci.


bosco dorsale pino

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