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Dal "Tesei" ragionamenti e proposte sulla gestione della camera iperbarica

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 29 settembre 2006

I recenti incidenti subacquei hanno nuovamente permesso di evidenziare le croniche carenze elbane nella gestione della terapia iperbarica. Anche il Circolo Subacquei Teseo Tesei, ovviamente, ha discusso approfonditamente della questione all’interno dei singoli settori in cui è suddiviso e poi collegialmente, giacché l’importanza di una struttura efficiente e pienamente operativa è fuori discussione in un ambiente come l’Elba, intrinsecamente legato al mare. In generale, il Circolo intende sottolineare che il numero di subacquei stimati nell’arco dell’anno da precedenti altrui comunicazioni è di per sé ragione e giustificazione per la presenza di una camera iperbarica attiva al 100%. D’altro canto spostare il problema in termini politici, come qualcuno ha recentemente fatto, potrebbe essere controproducente o addirittura fatale. Meglio è, certamente, discutere meramente in termini tecnici: quanti medici sono necessari, quanto personale infermieristico, che tipo di turni sono opportuni per garantire la presenza o per lo meno la reperibilità 24 ore su 24 per tutto l’anno, quali interventi manutentivi sono necessari in un anno e con quale ragionevole stima possono essere previsti per tempo per garantire la piena efficienza dell’apparato in modo costante, quali sono i costi per l’operazione e quale copertura è prevista per tali costi. Solo così si potrà mettere a nudo il problema che sta alla base dell’attuale stato di cattiva gestione della camera iperbarica elbana, allo scopo di porvi una soluzione stabile e duratura. Sicuramente i medici addetti, la cui assenza è stata dichiarata essere la causa dei problemi dei giorni scorsi, hanno pieno diritto di godersi le proprie ferie, di assentarsi per motivi di lavoro o di studio e, perché no, anche di ammalarsi. Semmai chi dirige la sanità elbana e in particolare che organizza i turni deve farsi carico di garantire la copertura medica e infermieristica completa, evitando assurde pluriassenze concomitanti. Questi dirigenti, a loro volta, devono essere messi in grado di poter ben operare, cioè di avere materialmente a disposizione un numero adeguato di esperti da poter gestire. Per tutto quanto sopra è opportuno chiedere ai responsabili quali sono le “strategie aziendali” in merito alla riorganizzazione (o, sarebbe più proprio dire, alla rinascita) della camera iperbarica elbana, quali le intenzioni sul personale e quali quelle sulle attrezzature. In merito al personale, appare evidente anche a chi non è addentro alla sanità pubblica che la formazione di nuovi medici con specialità iperbarica o l’acquisizione di medici già formati è la condizione di partenza per un concreto risanamento della situazione. Infatti, per stessa dichiarazione della ASL, è proprio il personale medico ad essere numericamente insufficiente, mentre quello infermieristico specializzato è presente in numero adeguato. Che l’argomento sia considerato di vitale e primaria importanza per i subacquei è dimostrato anche dal fatto che varie organizzazioni (ad esempio la Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee, FIPSAS, o la DAN Europe) offrono nuovi corsi di specializzazione a questo riguardo. Ad esempio la FIPSAS, a cui il Teseo Tesei afferisce, ha recentemente istituito la nuova figura di Operatore di Camera Iperbarica (e relativa figura di Istruttore), a dimostrazione di quanto sia culturalmente “sentito” questo tema. Giova comunque ricordare e sottolineare che l’utilizzo della camera iperbarica non è relegato ai soli subacquei affetti da malattia da decompressione. Infatti, molte patologie generiche (ad esempio traumi da schiacciamento, intossicazioni, etc.) possono essere curate con opportuni trattamenti iperbarici. Anche la camera iperbarica elbana è stata utilizzata per questi scopi. Ad esempio, dopo la sua messa in opera venivano eseguiti circa 450 trattamenti durante l’arco di un anno, di cui solamente una piccola percentuale per malattie da decompressione. Questo avvalora ancor più le ragioni per un suo stabile funzionamento. Sostanzialmente il Teseo Tesei ritiene che sia necessario adoperarsi perché questa situazione venga sanata il più rapidamente possibile, ma per far si che i buoni intendimenti (che potrebbero anche sembrare scontati da parte delle organizzazioni del settore subacqueo) non rimangano parole vane crede che un incontro allargato alle varie parti possa essere l’unica via per una soluzione concreta e duratura nel tempo. A questo scopo sin d’ora il Circolo mette a disposizione la propria aula multimediale per l’eventuale riunione e attende fiducioso una dimostrazione di interesse da parte delle autorità, della ASL e degli operatori subacquei di ogni genere e grado. Tutti i rappresentanti di Enti ed Assocazioni e tutti i privati interessati all’incontro da noi proposto sono pregati di contattarci per Email all’indirizzo info@teseotesei.it


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