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Quel che potrebbe accadere per la nomina dei cinque amministratori al Parco

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 29 settembre 2006

Fra pochi giorni (se l’assemblea si terrà, perché ci sono già voci di rinvio), la Comunità del Parco nominerà i 5 rappresentanti nel Consiglio Direttivo del Parco. Per il centro-sinistra dovrebbe essere una passeggiata: dispone di oltre i due terzi dei componenti, 11 Enti (Comuni di Campo nell’Elba, Capoliveri, Giglio, Livorno, Marciana, Portoferraio, Rio nell’Elba, Comunità Montana dell’Arcipelago, province di Livorno e Grosseto, Regione Toscana), il centro-destra solo di quattro Comuni (Capraia, Marciana Marina, Porto Azzurro, Rio Marina), e potrebbe imporre tranquillamente, anche con il voto disgiunto previsto dalla legge per garantire una presenza della “minoranza”, una componente che rispettando i rapporti di forza e ¾ di 5 può fare anche 4. Vedremo se il centro-sinistra, che dovrà necessariamente farsi carico della rappresentanza del Giglio, si assumerà anche l’onere di consentire l’entrata di Capraia e di un altro comune della Cdl o lascerà al centro-destra un solo posto e l’incombenza di garantire la rappresentanza di tutte le isole. Ma la schiacciante maggioranza può essere anche un problema: troppi pretendenti per solo 3 posti, anzi due, perché una candidatura c’è già, quella di Catalina Schezzini a vicepresidente del Parco (appoggiata abbastanza chiaramente dal Sindaco di Portoferraio che vedrebbe bene una donna per quella carica, e di donne possibili ci sono solo Schezzini o Briano) e prima di diventarlo deve essere eletta nel direttivo. Quindi rimangono 1 o 2 posti disponibili per 9 possibili pretendenti, con Marciana che non nasconde di voler entrare (magari anche facendo un pensierino alla vicepresidenza) lasciando così libera la casella della presidenza della Comunità del Parco, e la Provincia di Livorno che pare molto interessata, forse in funzione dei progetti su Pianosa, a far parte del direttivo dell’Ente. Per far quadrare tutte queste variabili ci vorrebbe un accordo di ferro dell’Ulivo (Rifondazione non è rappresentata in Comunità del Parco e quindi è fuorigioco) di cui per ora non si ha notizia. Il risultato di una votazione in ordine sparso per il centro-sinistra potrebbe trasformare una possibile vittoria schiacciante in una disfatta. 10 anni fa, con esattamente gli stessi rapporti di forza, il fronte progressista, pur di impedire l’entrata nel Direttivo a chi aveva detto si al parco, come De Fusco di Marciana Marina, si divise in gruppi e bande, così la destra, con solo 4 sindaci, ne nominò ben 3 nel direttivo e il centro-sinistra con 11 solo 2. Questa volta l’intento è contrario: la frangia antiparco si è convertita e tutti vogliono governare il Parco, ma il risultato potrebbe essere lo stesso e questa corsa alla poltrona senza accordo potrebbe sfilare la poltrona a parecchi, anche a chi è convinto di esserci già seduto sopra.


bosco fitto da Santa Lucia

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