Due anni fa il rapporto sui Parchi in rete classificò al quartultimo posto Il sito del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, sia per efficacia dei contenuti che per presenza sui motori di ricerca. Quindi il sito necessitava di un aggiornamento, tanto che nel 2005 fu commissionata ad un’impresa toscana la sua riscrittura e revisione completa. L’apparizione recentissima sulla home page del Parco di una nuova opzione, “Visita virtuale”, ci ha fatto sperare in un primo passo verso la realizzazione di un sito migliore. Invece siamo di fronte addirittura ad un peggioramento. Basta un esame, nemmeno tanto approfondito, delle notizie contenute nell’aggiornamento, per scoprire che almeno un buon 90% di quanto messo in linea è costituito da frasi adattate o addirittura copiate di sana pianta, errori ortografici compresi, da siti di informazione turistica sull’Arcipelago - di solito sono i siti turistici a copiare quelli dei parchi! -, alcuni dei quali vietano addirittura “la riproduzione anche parziale, di tutto il materiale contenuto”, il che significa che il Parco potrebbe anche trovarsi a pagare dei danni per aver riprodotto testi coperti da copyright senza permesso. Quel poco di “originale” che rimane è spesso fatto di informazioni istituzionali spesso sbagliate e fuorvianti. Per esempio: si da per imminente l’apertura dell’Info Park Are@, l’ufficio informazioni del Parco a Portoferraio, che invece è stato inaugurato nel giugno del 2004; si dice che Pianosa fa parte del parco dal 1991 e che il suo carcere è stato dimesso nel 1996, mentre il parco nazionale è stato istituito nel 1996 e il carcere chiuso definitivamente il 30 giugno 1998. Numerosissimi sono gli errori di ortografia (spiaggie ad esempio o s.p.l. per sul livello del mare); di frasi senza senso (“Ci piace associare ai bellissimi centri di San Pietro ed a Sant'Ilario la ragione storica del Comune, considerato tra l'altro che all'epoca, la vita sociale effettiva dell'isola, come si dimostra dai centri di Marciana, Rio, Capoliveri, e con l'eccezione di Portoferrraio, si svolgeva prevalentemente negli insediamenti agricoli posti sulle alture”) o grammaticalmente scorrette. Copiature, plagi, errori, falsi storici sono così tanti e diffusi che non sono compiutamente descrivibili, se non leggendo la comparazione - che alleghiamo - che abbiamo fatto tra testo della ”visita virtuale” e gli originali brutalmente copiati. Lo sforzo di fantasia e di scrittura più visibile è quello del copia-incolla. Le notizie presenti, copiate, distorte o addirittura false, sono comunque tutte incentrate su una descrizione prettamente turistica – cosa che non stupisce data la natura dei siti dai quali sono state attinte - e sicuramente non adatte al sito istituzionale di un Parco Nazionale. Infatti, brilla per la sua assenza qualsiasi notizia che riguardi l’ambiente. Della flora, con più di 1200 specie vascolari presenti solo all’Elba, tra le quali molte endemiche, rare e protette dal Parco nessuna notizia, nessuna traccia, a meno che si voglia far passare come informazione naturalistica una frase come: “La vegetazione bassa e rada ha lasciato ampio spazio alle coltivazioni”, comunque copiata, o la sciatta descrizione di Lacona dove ci si scorda di citare l’ultimo sistema dunale dell’Arcipelago Toscano! La flora marina sembra esistere solo nel “fondale di ANSA FERRATO, spiaggia poco conosciuta della costa est di Capoliveri, ricco di praterie di poseidonia” (sic!). L’unico interesse per la variegata fauna terrestre sembra essere limitata alle specie introdotte all’Elba per scopo venatorio: “fagiani, pernici e lepri che ..dimorano indisturbati” alla Costa dei Gabbiani. C’è poi un bel suggerimento – fortunatamente l’unico - per la tutela della fauna marina: “prede di grandi dimensioni che i subacqui riescono a trarre dalle acque” dello Scoglio d’Africa nei pressi di Montecristo, e da “qualche cernia, ricciola, tonno e aragosta nei fondali di Porto Azzurro”. Quel che ne viene fuori è un lavoro di una sciatteria sconcertante, indegno di un Parco Nazionale, e non vorremmo che questo fosse l’inizio del restyling del sito perché si tratta di un inaccettabile peggioramento, anche rispetto al più commerciale dei siti turistici elbani. Speriamo che sia davvero una “visita virtuale” e che il Parco non sia percepito in questa inquietante maniera. Non si capisce perché, invece di copiare da internet e scrivere testi infarciti di errori e disinformazioni, non si siano utilizzati gli aggiornamenti che due anni fa un collaboratore del Parco aveva avuto incarico di preparare e che ci risulta fossero di tutt’altra qualità ambientale, storica e informativa rispetto all’impressionante collage messo in linea. LEGAMBIENTE Arcipelago Toscano chiede al Commissario ed al Direttore del Parco di intervenire subito presso la ditta alla quale è stato affidato l’aggiornamento perché ponga riparo a questa sequela di scopiazzamenti ed errori, iniziando col togliere subito dal sito una “visita virtuale” che da un’immagine del Parco che svilisce l’enorme ricchezza e varietà dell’ambiente delle nostre isole.
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