Loredana Brancolini una modenese di 53 anni si era immersa nella mattinata di sabato 23 settembre nelle acque di Capo di Fonza insieme ad altri compagni di escursione subacquea ed agli istruttori di un Diving Club Secchetano. L'immersione era iniziata da poco la donna aveva raggiunto i 43 metri di profondità quando ha iniziato a segnalare di non stare bene, probabilmente la bassa temperatura dell'acqua le aveva provocato una congestione, un malore che in immersione può risultare micidiale. L'istruttore che la seguiva l'ha riaccompagnata nella sua risalita verso la superficie quasi al termine della quale(alla profondità di circa 3 metri) la donna ha perso i sensi, senza che si potesse farle fare alcuno stazionamento di decompressione. Da ciò il principio di enbolia gassosa che a colpito la signora modenese che nel frattempo veniva rianimata ed ossigenata a bordo della barca di appoggio. Il natante si dirigeva a tutta velocità verso il porto di Marina di Campo dove il servizio 118 aveva fatto arrivare a banchina un'autoambulanza della Croce Rossa che a sua volta trasferiva l'embolizzata fino al rendez vous con la "medicalizzata" del SS.Sacramento che faceva arrivare la signora che necessitava di un urgente trattamento iperbarico al Pronto soccorso dell'ospedale portoferraiese . Ma qui si ripeteva la scena di qualche giorno fa: camera iperbarica tecnicamente funzionante ma inagibile perchè nessuno dei due medici abilitati al suo uso era in servizio. Per fortuna della modenese le sue condizioni non si aggravavano ma per sua sfortuna neanche si poteva provvedere a trasferirla in elicottero in continente, un caso analogo ma più drammatico (cinque sub embolizzati di cui uno purtoppo deceduto) impegnava il Pegaso2 dell'elisoccorso in una spola con l'Isola del Giglio. A Pisa, dove la paziente poteva trovare una camera iperbarica funzionante, doveva arrivarci, diverse ore dopo l'incidente grazie al trasporto effettuato con il traghetto di linea e poi via tera da un'autoambulanza della Misericordia.
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