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A Sciambere della danza maori

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 21 settembre 2006

Caro Direttore, l’altro giorno ci è capitato di leggere un suo intervento, e ci aveva colpito un pensiero che certamente deve esserle sfuggito, per quanto appare improprio; e che tradisce la presenza nel suo cuore di una nostalgia del bel tempo antico in cui la gente era quel che diceva di essere ed era incline piuttosto a tenere scomodamente due piedi in una staffa che non un piede in due (o più) staffe: nostalgia pericolosa se impedisce al suo discernimento di agire senza disturbi. Scriveva infatti: “Di ‘Elbareport’ tutto si potrà dire, ma non che abbia risparmiato critiche alla giunta guidata da Roberto Peria, nonostante che la larga parte della sua redazione sia dichiaratamente schierata a sinistra; e ciò non per un astratto concetto di ricerca dell’imparzialità, ma perché chi fa questo giornale è libero di scrivere qualsiasi cosa ritenga giusto scrivere, nel rispetto della legge”. Ecco, non comprendiamo quel “nonostante”. Avremmo capito un “anche perché la larga parte della redazione è di sinistra”, un “proprio perché”, un “ovviamente perché”. Ma l’idea anche solo suggerita che la Giunta Peria abbia qualcosa a che fare con la Sinistra ci pare un pessimo servizio all’informazione, per fortuna limitato a questa notazione sfuggitale in un giornale solitamente “ben informante”. E infatti oggi orgogliosamente afferma: “…questo giornale (che per fortuna non sta simpatico a tutti, ma che per uguale fortuna nessuno si azzarda a considerare un cazzatificio)…”. Ma, ahinoi, ancora una volta ci sembra di coglierlo in fallo. Dice in apertura dell’articolo sul Parco: “Certe volte questo è un posto davvero strano dove sorgono ‘casi politici’ sui quali si scatenano tutti: da quelli che contano, che devono dimostrare che contano, fino all'ultimo chiccazzè alla ricerca di emergere ed acquisire un'identità. Si susseguono interviste, dichiarazioni e proclami, accuse incrociate tra gli schieramenti e talvolta dei "tutti contro tutti" all'interno degli schieramenti convenzionali”. Rieccoci. Chi sarebbero in “questo posto strano” quelli che contano, che devono dimostrare che contano? Innanzitutto quelli che contano davvero non devono mai dimostrare che contano; perché, se è vero, risulta immediatamente evidente. E poi, anche l’ultimo “chicazzè” cerca di emergere per diventare, povero meschinello, al massimo come quelli che si scalmanano per far finta di contare. La cosiddetta ‘vita politica elbana’ è un ‘gioco di ruolo’, molto più simile alla “Battaglia del Salicastro” o al corteo dell’“Innamorata” o a “Guardie e ladri” che non a un vaghissimo simulacro di democrazia. Quando il gioco termina, “tutto improvvisamente si quieta, nessuno parla più di quella che ieri era la questione delle questioni, la madre di tutte le battaglie politiche in difesa dello sviluppo economico e sociale dell’Elba e dell’Arcipelago tutto”. Elementare Watson. Fino alla prossima volta: “Si gioca alle elezioni regionali? Dai! Io ero quello che diceva che i candidati si vogliono scegliere noi”.. ecc. Per contare, per avere ed esercitare potere, bisogna prima di tutto avere idee, progetti e competenze. I luoghi del potere si creano di conseguenza. Pensare che l’occupazione di quei luoghi produca idee, progetti e competenze è semplicemente ridicolo: ecco perché diviene continuamente necessario ricordare a tutti che ci si è, e battere continuamente dei colpi fino a fracassare non stiamo a dirle cosa. Ha proprio ragione, Direttore: “Niente, la classe politica elbana è come la ragazza di "Mi dispiace devo andare" dei Pooh: non dice una parola ed è più piccola che mai, forse morde pure in silenzio le lenzuola”. Certamente “con questi santi non si va in paradiso e neppure in lista d'attesa per il purgatorio”. E’ vero. “Urgono rinforzi”, amabilmente conclude. Ci perdoni l’eccesso di critica: non urgono rinforzi; urge uno Tsunami. P. S. Noi pensiamo che Tozzi sia un’ottima candidatura per il Parco Nazionale. Martino l’abbiamo già visto, e allora non ci è piaciuto; speriamo che, come il vino, sia migliorato con l’invecchiare. Se no, meglio gazzosa. La Primula Russa (noi no) www.isoladelba.splinder.com Come al solito cara Primula quello che scrive è musica per le nostre orecchie, accettiamo tutto critiche incluse. Ammiriamo peraltro anche la sua coerenza nell'apprezzamento della candidatura Tozzi, al quale ella potra tranquillamente rivolgere i suoi omaggi quando sarà "in solio", senza timore di essere tacciato della conversione al prossenetismo di cui siam quasi certi si macchieranno molti che si opponevano con fiere danze elbano-maori al noto e prestigioso ma allogeno petrologo quivi giunto perchè "vuolsi così colà dove (pecoraramente) si puote ciò che si vuole e più non dimandare", dopo la Haka dei rugbisti ora intonano il Coro Muto delle geishe della Butterflay ma nel leggio hanno già sotto lo spartito dell'Inno alla Gioia sulle note del quale correranno flaianamente in soccorso di chi ha vinto. Per quanto ci riguarda sull'argomento rimandiamo lei ed i lettori a quanto scritto sopra, e da lei ci accommiatiamo chiedendole, se ha del tempo, di stendere una breve sintesi sia del suo scritto che della nostra risposta in parole piane e chiare, talché possa intenderle un bambino delle elementari e perfino un assessore.


haka maori

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