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Il parco dei silenzi imbarazzati

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 20 settembre 2006

Certe volte questo è un posto davvero strano dove sorgono "casi politici" sui quali si scatenano tutti: da quelli che contano, che devono dimostrare che contano, fino all'ultimo chiccazzè alla ricerca di emergere ed acquisire un'identita. Si susseguono interviste, dichiarazioni e proclami, accuse incrociate tra gli schieramenti e talvolta dei "tutti contro tutti" all'interno degli schieramenti convenzionali. Poi talvolta tutto improvvisamente si quieta, nessuno parla più di quella che ieri era la questione delle questioni, la madre di tutte le battaglie politiche in difesa dello sviluppo economico e sociale dell'Elba e dell'Arcipelago tutto. E' accaduto proprio così sulla presidenza del Parco: il fiume di parole che solo due settimane fa esondava rovinosamento da giornali e blog. ha lasciato dietro di sé un alveo desolatamente secco, non un rigagnolo, neanche una pisciatina, niente. E coloro che si apprestavano con grande strepito alla battaglia ("Avanti! .. avanti! sol io procomberò!"), e coloro che dovevano portarci qui per la collottola, fors'anco per le orecchie ministri e presidenti per discutere nell'arcipelago della presidenza del Parco dove sono finiti? Ormai qualche giorno fa questo giornale (che per fortuna non sta simpatico a tutti, ma che per uguale fortuna nessuno si azzarda a considerare un cazzatificio) ha scritto chiaro e tondo che i giochi erano fatti e che Mario Tozzi era il nuovo Presidente del Parco, il che comportava anche che il ministro avesse già ottenuto il placet regionale. Ci aspettavamo una qualche reazione, una smentita, un "ma siete proprio sicuri?". Un'aspettativa cresciuta di molto, dopo che abbiamo saputo che la medesima informazione servitaci da Roma, nello stesso giorno arrivava ai sindaci elbani via Firenze. Niente, la classe politica elbana è come la ragazza di "Mi dispiace devo andare" dei Pooh: non dice una parola ed è più piccola che mai, forse morde pure in silenzio le lenzuola, incolpando il destino cinico e pecoraro, senza pensare minimamente con spirito autocritico alla sua cronica incapacità di coordinarsi, al vano chicchiericcio che ha prodotto a destra ed a sinistra, sotto e sopra a est ed ad ovest, in questi ultimi mesi, nei quali non è riuscita neppure a formulare una vera, condivisa e decente candidatura, dopo aver protestato contro quelle avanzate dagli altri. Con questi santi non si va in paradiso e neppure in lista d'attesa per il purgatorio. Urgono rinforzi.


torre di S.Giovanni S.Piero

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