Le rassicurazioni sul costante funzionamento della camera iperbarica dell'ospedale portoferraiese, che non avevano convinto Marcello Giuliani padre di un sub costretto a recarsi a in continente (e neanche il presidente della Comunità Montana Alessi intervenuto nella querelle con la Dottoressa Daniela Laudano) si sono dimostrate a distanza di pochi giorni eccessivamente ottimiste. E' accaduto che domenica intorno alle ore 11 un sub che aveva compiuto una immersione nei pressi di Morcone ha iniziato, giunto sulla sua barca appoggio a manifestare quelli che sono apparsi come sintomi iniziali di una embolia. Gli amici del giovane, un ventottenne torinese chiamavano il 118 che mandava una sua ambulanza a prelevare l'embolizzato per trasportarlo all'ospedale portoferraiese. Qui giunto però il sub doveva constatare che la funzionante camera iperbarica nella quale avrebbe dovuto essere posto per risolvere la sua patologia non era in grado di funzionare, poichè (giustificatamente) nessuno dei due medici deputati al suo funzionamento era in servizio. Si è reso a quel punto obbligatorio il trasferimento del paziente all'ospedale di Pisa dove è stato trasportato dai volontari della Pubblica Assistenza Croce Verde di Portoferraio. Nella clinica pisana il torinese (che per fortuna non era in gravi condizioni) è arrivato alle 15 circa, quattro ore dopo aver accusato i disturbi che lo avevano colpito. Alle moltissime cose che si sono dette e scritte in queste settimane sulla camera iperbarica elbana ci viene da aggiungere una sola lapalissiana considerazione: alla prova dei fatti due unità mediche dedicate ad un servizio di una tale importanza non si sono sufficienti. visto che questo non è l'ospedale di Vipiteno, ma quello dell'Elba, dove casi di embolia pure gravi possono verificarsi con una certa frequenza.
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