In località Mulino a Vento, sopra la strada di San Martino, al confine tra i Comuni di Portoferraio e Capoliveri ed in pieno Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, sono in corso lavori edilizi sulla struttura che da il nome alla località e che sorge sul crinale di una zona di grande valore paesaggistico e naturalistico. Il cartello dei lavori spiega molto poco: “COMUNI DI CAPOLIVERI E PORTOFERRAIO – LAVORI IN ECONOMIA – LAVORI DI ORDINARIA MANUTENZIONE – AGRICOLA IMMOBILIARE ISOLA D’ELBA”. Non sembrano esistere i dati della concessione edilizia e comunque i lavori in atto non sembrano limitarsi all’ordinaria manutenzione (vedi foto allegate) ma intervengono pesantemente sull’intera struttura del Mulino a Vento, la cui parte più antica, la torre rotonda a cui è stata ancorata una successiva superfetazione ottocentesca, ha sicuramente un valore storico-culturale da salvaguardare. Secondo alcune verosimili ipotesi la stessa costruzione funzionava da semaforo ottico in quanto dai suoi spalti si poteva battere otticamente sia la sommità di Forte San Giacomo a Poro Azzurro, sia la rada di Portoferraio. Ma se i lavori in atto non si limitano all’ordinaria manutenzione avrebbero bisogno anche del nulla-osta dell’Ente Parco. Chiediamo alle autorità competenti: quando e da chi è stata rilasciata l’autorizzazione e quali misure di salvaguardia per questo bene storico-culturale sono state richieste; se l’autorizzazione rilasciata dai Comuni di Portoferraio e Capoliveri corrisponde a quanto si sta realizzando; se il Parco Nazionale è stato informato del tipo di lavori in corso e se ha rilasciato l’eventuale nulla-osta. Legambiente Circolo dell’Arcipelago Toscano Vogliamo aggiungere alcune considerazioni alla preoccupata denuncia degli amici di Legambiente. Dieci anni fa scrivemmo che quell’immobile andava salvato dalla rovina a cui lo conduceva la proprietà, sei anni fa sottoponevamo al Parco l’opportunità di acquisire quel bene, restaurarlo e farne oggetto di pubblica fruizione. Invece, dopo decenni di latitanza la proprietà torna a gestire l’area, verosimilmente porrà dei cancelli e dopo il restauro non sarà èppossibile non solo accedere a quel pezzo di storia che è la vecchia costruzione, ma neanche al piazzale antistante. Immaginiamo infatti che chi spenderà la valanga di soldi necessaria a riattare e dotare di servizi il “Molino a Vento” vorrà l’esclusiva della località. Gli ambientalisti dubitano sulla regolarità dell’operazione, ma, quando anche si stesse agendo nel rispetto della Legge, noi andiamo oltre e ci chiediamo se è da considerarsi morale interdire ai cittadini dell’Elba ed hai loro ospiti l’emozione di affacciarsi al Poggio del Molino a Vento, su un panorama che mozza il fiato come pochi altri, probabilmente, su questo mondo. Osservando la vicenda di uno spazio privato, abbandonato a se stesso, conquistato dalla frequentazione della gente, e poi tornato a far gola ai privati e quindi recintato e chiuso, ci torna in mente l’altra storia di ordinaria follia che è la vicenda delle aree presso la Villa Romana delle Grotte, per la sorte della quale non cesseremo mai di esprimere tutta la nostra indignazione. Grotte, Cala dei Frati, Molino a Vento: tre capitoli di una storia anche amministrativa di cui dovrebbero vergognarsi in parecchi, di parecchie “parrocchie” diverse.
San Martino lavori in corso mulini
San Martino lavori in corso mulini