Un altro grano dell’infinito rosario dei suicidi all’Isola d’Elba: ancora una volta un anziano che aveva scambiato gli acciacchi della sua età per i sintomi di un male senza cura, ed ha deciso di porre fine da solo alla sua esistenza. E’ accaduto nella giornata del 1° Maggio nei ditorni della frazione marcianese di Procchio, nel lasso di tempo dalle 13 alle 14. Il novantenne che viveva da solo ha messo in atto il suo proposito con estrema lucidità: con una corda che aveva legato ad un capo alla ringhiera esterna delle scale che conducono alla sua abitazione ha confezionato un cappio, se lo è passato intorno al collo ed è poi saltato nel vuoto oltre la ringhiera, trovando la morte, probabilmente sopraggiunta rapidamente. Il corpo appeso e senza vita dell’anziano è stato rinvenuto poco dopo, quando erano passate le 14 ed un nipote suicida, abitante tra l’altro non molto distante dal teatro del dramma, si stava avvicinando alla casa del parente per fargli visita. Sull’episodio stanno svolgendo le indagini di rito i Carabinieri della Stazione di Marciana Marina, ma deve iniziare realmente a preoccupare questa abnorme frequenza con cui si stanno ripetendo simili fenomeni all’Isola d’Elba. Basta anche un pallottoliere per capire che in quest’Isola la gente si toglie la vita troppo spesso, diverse volte oltre la media “fisiologica” nazionale dei 3-4 suicidi per 100.000 cittadini ogni anno, che consentirebbe all’Elba di contribuire con un solo episodio ogni dodici mesi. Dati preoccupanti che ci dicono che il problema sociale è sottovalutato o non affrontato con la determinazione, gli strumenti, le risorse umane necessari.