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Ritratto abbozzato di Pino

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 02 maggio 2003

In una canzone di Guccini c’è un verso “.. ci da un piacere assurdo la sua antica cortesia..” ecco, ci da un piacere assurdo il riconoscimento internazionale ottenuto da Pino Fabbri, un artista che si schernisce travestendosi da buon artigiano in un contesto in cui è più facile incappare in mediocri artigiani che si spacciano per veri artisti. Non dedicherà mai un museo a sé stesso vivente, Pino che è dotato di modestia ed autoironia, non partirà mai dalla intenzione di realizzare una grande opera d’arte che si risolverà in un attaccapanni vetroso da esporre monumentalmente sul Gallo; più facile che inizi a costruire un attaccapanni ligneo che finisca per risultare una piccola opera d’arte. Certe volte potrò apparire un po’ fuori tempo Pino, “decontestualizzato” direbbero i malati di sociologia, per la sua austerità di fondo, l’amore per i materiali umani e poveri da trasformare in cose, per il suo ostinarsi ad “essere”, con la complicità di Laura Valleri che gioca nella sua vita e nella sua professione a centrocampo, in una società che privilegia l’ apparire, il sembrare, lo spacciarsi per. La nostra deformazione professionale è tale da portarci a continui paralleli, ci viene da pensare che ad amministrarci avremmo bisogno di persone che avessero la stessa umiltà e attenzione nel trattare la cosa pubblica che Pino fabbri mette nel lavorare i suoi materiali. Per nostro conto ci accontenteremmo di saper comporre e lisciare le parole come assembla e leviga lui il legno, per trarne la intima lucentezza che anche il più ruvido dei legni può esprimere.


Pinop Fabbri

Pinop Fabbri