La casistica dei reati commessi all'Elba si è ampliata con un singolare "furto di mezzane". La vicenda aveva inizio nello scorso mese di Agosto quando il Comune di Portoferraio giungeva a revoca alla ditta "Per il Restauro srl" (la stessa che ha in appalto i contestati lavori della Porta a Mare, ma quella è tutta un'altra storia) l'incarico del rifacimento del tetto del Palazzo della Biscotteria, sede della Amministrazione Comunale. Secondo il contratto le storiche mezzane della copertura del palazzo avrebbero dovuto essere tolte e riposizionate ov'era possibile una volta consolidate le strutture, ma una grande parte dei manufatti, che precedentemente coprivano circa 150 mq di tetto dello stabile, non venivano rinvenuti nel cantiere dopo un controllo del Direttore dei Lavori Ing. Stefano Provenzali. Da qui partiva una lettera del comune alla Ditta nella quale si chiedeva dove fosse finito quel materiale, una missiva che restava però senza riscontro. La risposta indiretta la forniva mercoledì 6 un furgone dell'ormai ex affidataria dei lavori che alcuni dipendenti comunali tra i quali il Geometra Dante Leonardi dell'Ufficio Tecnico, vedevano passare (senza riuscire a fermarlo) con a bordo altri due pancali di mezzane sottratti al cantiere. A quel punto quello che, a cantiere chiuso, si configurava come un furto veniva denunciato dal Comune al locale Commissariato di P.S. E gli Agenti della Polizia di Stato venivano dopo una breve indagine quasi completamente a capo della questione: non si riusciva a sapere dove fossero finite le mezzale asportate mercoledì, ma in compenso venivano rinvenuti presso un privato, in località Valdana altri pancali dello stesso materiale (evidentemente parte di quello già risultante come mancante ad Agosto) pari ad una copertura di 65 mq. Il privato che lo deteneva affermava di aver pagato le mezzane (materiale storico molto ricercato e come tale di valore almeno quintuplo di quello analogo di fabbricazione moderna) 4000 euro con degli assegni postdatati al responsabile tecnico della "Per il Restauro srl" Gaetano Calvi. Tanto era sufficiente per far scattare nei confronti dello stesso Calvi una denuncia a piede libero alla Magistratura per furto, mentre il materiale individuato veniva posto sotto sequestro in attesa di essere restituito al Comune di Portoferraio, suo legitttimo proprietario.
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