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A Sciambere del contagiato Brothel

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 08 settembre 2006

Egregio Direttore, rompiamo finalmente il digiuno telematico nel quale Ella ci aveva proditoriamente (e non per il suo voto pro-prodiano) costretto. Ci fornisce un piatto succulento il Sindaco del Giglio Brothel che , a vederlo, sembra proprio un brav’uomo, prudente ed assennato e non trombonesco come qualche suo collega elbista. Ma l’uomo ci pare ci si stia sciupando… saranno le cattive compagnie. Ieri se ne esce con la perorazione al presidente della Regione di trattare il Pecoraro Scanio con lo stesso pane amaro di Matteoli e con il tratteggio di un Presidente del Parco ideale e angelicato di cui sembra che nessuno abbia idea concreta. La prima richiesta contiene in sé una domanda/risposta da brividi: perché se Martini si dovesse comportare con Pecoraro con lo stesso metro di Matteoli, Pecoraro non si dovrebbe comportare con Martini con lo stesso metro di Matteoli? Comprende il Sindaco gigliese che la sua proposta è un’istigazione ad un nuovo commissariamento tombale del Parco Nazionale? Comprende che, adottando le strampalate teorie dei suoi colleghi elbani, sta cercando di spegnere un incendio con il secchio di benzina di un nuovo scontro istituzionale, stavolta tutto interno all’Unione e quindi ancora più pericoloso? E per il Sindaco, che forse quando viene alla Comunità del Parco crede davvero di avere a che fare con una maggioranza di centro-sinistra invece che con un patchwork rattoppato alla bell’e meglio con un po’ di rosso stinto, avremmo un’altra richiesta. Brothel ripete la litania di questi giorni: vogliamo discutere un’alternativa a Mario Tozzi, proposto dal Ministro, e a Claudio Frontera, proposto dal Presidente, che non ci piacciono. Appunto, di questo stiamo parlando: di due proposte, discutibili ma chiare: una, un amico del dinosauro Ciro, di grande fama nazionale; l’altra, di buon livello amministrativo, una vittima da risarcire dei trombamenti politici successivi che i Ds gli hanno inferto. Quindi, a queste proposte con nome, faccia, carta d’identità e pedigree non è più il momento di contrapporre criteri buoni per tutte le stagioni e le convenienze (uno così, come quello che hanno messo nella penna a Brothel, potrebbe anche fare il Papa o l’allevatore di ornitorinchi), ma appunto un nome forte e capace almeno quanto gli altri due, se ce l’avete bene, altrimenti smettetela di farci perdere tempo, sprecare l’inchiostro sui giornali e i bit sui computers. Ma non veniteci a dire che, di fronte all’opinione pubblica nazionale (perché di un Parco Nazionale stiamo parlando, non dei giardini delle Ghiaie), riuscirete a contrapporre, senza far sbellicare gli italiani dalle risate, con successo le sterminate conoscenze ambientali e l’eccelsa carriera amministrativa di un sindaco elbano o di un presidente di proloco ai due candidati di Martini e Pecoraro Scanio. Provate una volta tanto a guardare ciò che fate e sentire ciò che proponete come se foste uno della sessantina di milioni di cristiani che vivono al di là del canale, vi verrebbe da ridere anche a voi quando tirate in ballo l’Europa per far spazio a qualcuno che probabilmente non ha nemmeno letto, non diciamo il piano del parco, ma nemmeno la legge 394/91! E questo senza contare che Pecoraro con una proposta così strampalata ci va a nozze e Martini gli taglia la torta. Voi sindaci avevate l’occasione di metterci qualcuno bravino, l’avete persa perché non facevano parte del club. Quindi, noi ci appelliamo anche a Lei, Sindaco Brothel, se c’è questo eroe del silenzio, questo personaggio epico che celato nell’ombra aspetta di mostrarsi in tutto il suo fulgore e debellare il pericolo Tozzi/Frontera, ce lo riveli in tutta la sua sfolgorante capacità amministrativa e ambientale, ci abbagli, e Martini e Pecoraro Scanio li faccia venire alla riunione di presentazione del lustro candidato con gli occhiali di ossa di tricheco, come quelli gli esquimesi. Ma faccia presto perché già i corvi svolazzano dossier sugli ulivi e gettano rossi fiammiferi accesi per bruciare ponti e navigli. L’olivolì Olivolà Elbano non è mai stato un progetto politico: è un virus mutato con l’ingegneria genetica, si è così espanso che non lo riconosce più nemmeno Pino Coluccia. E i primi preoccupanti sintomi di contagio del Giglio li abbiamo colti nuovamente oggi, leggendo su Giglio News la risposta del Sindaco Brothel a Legambiente. Quelli chiedevano cosa si fosse fatto a Giannutri per spazzatura sparsa, datteri di mare scalpellati dagli scogli, sudiciumi panfilati che scaricano merda a mare e impuniti che calano le ancore nella riserva marina; Brothel ha risposto che farà il dissalatore, che ha messo la Croce Rossa, che l’acqua arriva e che per le boe e la sorveglianza qualche santo del ministero dell’ambiente provvederà (magari lo stesso ministro che Martini dovrebbe scudisciare su sua istigazione. Guardi che Pecoraro è bisex, mica masochista!). Onore al merito, ma Legambiente chiedeva altro. Della serie dove vai? Son cipolle. Un classico esempio di già avvenuto contagio del benaltrismo amministrativo elbano: a domanda precisa degli scassaballe cignuti, si risponde sempre altro e si fa un po’ di confusione, e i più furbi ormai tacciono.


giglio isola panorama porto

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