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Alessi risponde ad "Ulivi": "Sulla presidenza del Parco ci siamo già mossi"

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 06 settembre 2006

Nell'aggiornamento di Lunedì avevamo pubblicato un intervento a firma Giuseppe Ulivi (probabilissimo pseudonimo, il più vicino dei Giuseppe Ulivi viventi sta a Carrara). Una comunque interessante lettera aperta ai Presidenti della Regione Toscana e della Comunità Montana che sollecitava entrambi ad un ruolo più attivo sulla vicenda della nuova presidenza dell'Ente Parco. Oggi (martedì) Danilo Alessi risponde: Caro Signor Ulivi, nel ringraziarLa per la considerazione che traspare nella Sua lettera pubblica sul Parco Nazionale, ribadisco quanto già affermato in diverse sedi: la legge 394 del 6 dicembre 1991 assegna la nomina del Presidente delle aree protette al Ministro dell’ Ambiente in accordo con le Regioni ; gli Enti Locali (Comunità Montana compresa) partecipano attraverso la Comunità del Parco al governo dell’ Ente Parco, sia elaborandone il Piano di sviluppo Socio-economico che nominando 5 membri su 12 del direttivo dell’ Ente Parco, compreso il vicepresidente. Gli Enti Locali dell’ Arcipelago (un po’ in ordine sparso, per la verità ..) si sono fatti opportunamente sentire sia con la Regione che con il Ministero, sottolineando come doti necessarie del futuro Presidente del PNAT competenza e conoscenza del territorio. La stessa Comunità del Parco Nazionale dell’ Arcipelago Toscano ha confermato in un proprio documento l’ importanza del coinvolgimento degli Enti Locali nel percorso di scelta di “ un Presidente che dia garanzie di professionalità ed efficienza e non sia sentito dalle popolazioni isolane come un soggetto imposto sulla base di esclusive intese Ministero-Regione”. Ricordato ciò, va per correttezza riconosciuto come l’attuale commissariamento del Parco sia pro-tempore e nulla ha a che vedere con quelli del passato che nascevano come un’imposizione centralistica e duratura del precedente Governo nazionale; certo è che quanto sta accadendo nel mare dell’ Arcipelago (dall’inquinamento da idrocarburi all’impoverimento del patrimonio ittico) e nel Parco terrestre (la tabula rasa che i cinghiali stanno facendo della biodiversità vegetale ed animale) evidenziano un’emergenza che obbliga - direi moralmente – tutti a dare al più presto testa e gambe condivise ad un Ente decisivo per la salvaguardia ambientale e lo sviluppo socio-economico delle nostre isole. Le assicuro che anche la Comunità Montana sta facendo quanto nelle proprie possibilità per raggiungere rapidamente tale obbiettivo. Cordialmente


danilo alessi

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