Ci trovavamo in questi giorni a Formentera per lavoro quando in un bar ci è capitato di captare una conversazione di conterranei, che volentieri condividiamo coi lettori di “Elbareport” per l’attinenza dell’argomento con una problematica molto sentita in questo momento. Si parlava, manco a dirlo, dei furti di sabbia e di sassi dagli splendidi litorali elbani, e del turpe commercio dei mercanti di idiozia teutonici (o d’altra provenienza: gli imbecilli non hanno patria); uno dei presenti ha esordito: “Ho sentito anche su Radio 2 di quelli che rubano la sabbia e i sassi all’Elba. Certo è davvero una bella pubblicità per noi”. E un altro: “sì, però ora li dovrebbero piglia’ e mandarli alle Sughere, assennò è la solita storia”. Allora un terzo ha osservato: “Ma se uno di sabbia ne prende pochina pochina, e uno o du’ sassetti per uso personale, che gli si deve fa’? mandarlo in galera quando un ci si manda neanche chi gli trovano la coca o l’erba, se è meno di una certa quantità?”. “E’ vero”, fa un altro; “e se l’ha comprata fòri, per dire, bisogna anche vede’ se è tutta sabbia dell’Elba, o magari è tagliata con dell’altra di Viareggio, tanto in Germania sanno di molto!”. E subito un altro ha aggiunto (anche se si vedeva che sparava, ma era per parlare anche lui): “Io so di uno che su i-bai ha comprato della sabbia di Lido di Capoliveri, e poi ha scoperto che era di San Benedetto del Tronto; e ha piantato un casino”. “Bisognerebbe metterci il marchio d’origine controllata su quella dell’Elba, così gli Elbani so’ garantiti: se sul sacchetto c’è il Vello d’oro, per dire, è sabbia garantita elbana, e allora s’arresta subito chi la spaccia; se non c’è, c’importa una seppia”. “Già, ma se succede come col vino, che ora lo fanno anche in Australia, e ci fanno concorrenza in Italia? Se va in giro la sabbia di San Benedetto del Tronto e alla gente gli garba uguale, addio pubblicità per l’Elba”. “Sì”, fa un altro, “ma un si pòle mica mette’ il marchio granello granello; già su’ sassi sarebbe più facile! L’unica è che gli elbani se la vendano da sé la sabbia, con tanto di garanzia e marchio sul sacchetto: pochina, per aguanta’ il mercato e impedi’ che chi non è autorizzato la possa vende’ lui. E tutta quell’altra è poco bòna. Si potrebbe vende’ nelle Cooppe, in un reparto apposta, con personale qualificato di Legambiente; e ci sarebbe anche dei posti di lavoro”… Certo il problema c’è. Al di là delle argomentazioni degli amici di Formentera, forse un po’ provvisorie, come si fa a spiegare alla anziana signora che ha trovato alle Ghiaie un sasso che sembra proprio un occhio, o alla fanciulla che ha trovato una ghiaia che sembra un cuore, che lo deve lasciare lì se no commette un reato? E un cartoccino di sabbia, ricordo di una notte d’amore sotto la luna a Cavoli, proprio non si può prendere? Non bastavano le chiazze d’olio, i sacchetti di plastica, i cottonfiock, i carefree, le cicche, le bottigliette. Non bastava la spasmodica attesa per la presidenza del Parco. Non bastava la spazzatura ammontinata per le strade di periferia. Per non parlare del debito pubblico, delle pensioni, della scuola; o dell’Iraq, del Libano, della Palestina; o della fame nel mondo e dell’AIDS. Ci mancavano giusto i ladri di sabbia e di sassi a levarci la terra sotto i piedi, col rischio di far diventare l’Elba grande come la Palmaiola. E allora cosa ci se ne farà di tutta questa benefica pubblicità? La Primula Russa(noi no) Magistrale, ella Signora Primula ha scritto uno di quei pezzi di cui è comprensibile e financo giusto invidiare la paternità (o maternità). Ci viene solo da suggerire come potrebbe essere istoriato l'ipotetico sacchetto plastico contenente la sabbia elbana DOC legalizzata: esso, vista anche l'essenza geologica del contenuto, potrebbe portare su un lato la foto del prossimo presidente del Parco (tanto lui sarà, e i polittici insulari abbaino pure ancora un po', ma poi si pieghino alla legge "di Bisenzio", corollario della più nota "del Menga", che impone, nei casi di ministeriali sodomie, oltre che una stoica sopportazione, di "far silenzio"), sull'altro lato potrebbero essere apposte immagini variate ed accattivanti di testimonial che usano la sabbia dell'Elba: bambini ariani che costruiscono castelli, cani di lusso che ci pisciano vezzosamente sopra, topone mozzafiato in tanga che ci si sdraiano per prendere il sole, vecchiette dal candido crine che ci fanno le sabbiature assistite da muscolosi boys caraibici. Che ne pensa?
Lido di capoliveri bimbo bis