Giò i man del nikel - l'incipit di Confalonieri nell'intervista rilasciata a Repubblica è, per una volta, un conciso e chiaro sunto del pensiero del presidente di mediaset. Confalonieri sembra sempre più frutto della penna di Walt Disney (vedi Paperon de Paperoni che circonda la sua residenza-caveau di cartelli tipo "alla larga" o "chi tocca i soldi muore") che il presidente del più grande gruppo mediatico del paese. Il nikel viene prima di tutto. Prima della democrazia, della partecipazione, della giustizia, della solidarietà, del lavarsi i denti al mattino. Quando si sveglia Confalonieri, pensa subito al nikel, controlla che nessuno l'abbia toccato, si assicura che il materasso (naturalmente pieno di nikel) non sia stato manomesso da qualche morto di fame e poi comincia finalmente a respirare. Chiamatela vita questa. Mercuzio Già, e la sua dovrebbe pure essere la faccia "sensibile" il volto umano di Mediaset, il Felice che ha fatto il conservatorio che sa suonare bene anche i classici mica solo le "strunzatelle" di Apicella, quello che non sbaglia i congiuntivi mica come il suo amico-padrone. Eppure toccagli il "nikel", i "dané" e si rivela in tutta la sua volgare venalità. Si prepara ad una difesa feroce come se quei "nikel" affondasse le loro radici nel lavoro e nell'onesta fatica, come se dietro non ci fossero i 500 conti intestati ai prestanome, le frequenze regalate da Bettino, i poliziotti che da inquisitori diventavano difensori del padrone, i brutti affari prescritti del più giudiziariamente miracolato (ed automiracolato) degli intrallazzatori italiani, di uno che ha per fraterno amico non solo lui "il Felice" la faccia pulita del branco ma pure "il Marcello"! condannato (in primo grado) ad uno sproposito di anni per mafia e impudentemente seduto in parlamento. Dorme male? Fa in fondo una brutta vita? Più che Felice è misero? Speriamo che dorma pure peggio.
Paperon de Paperoni