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La querelle gigliese sulla riforestazione: critiche dei Verdi, replica il Sindaco Brothel

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 02 settembre 2006

Il Progetto non ha riscontri con i necessari parametri e le leggi che disciplinano l’argomento Attacco a scoppio ritardato (la notizia è di due mesi fa), attacco duro, offensivo quello di Cameron Smith a Marina Aldi, nonché a Verdi e WWF, a proposito del famoso “Progetto di Riforestazione dell’Isola del Giglio“ prima, di “Rivegetazione” successivamente, e di “Rinverdimento” alla fine. Neanche la stessa proponente sa come chiamarlo; figuriamoci chi avrebbe voluto (o dovuto) esaminarlo. Detto progetto parrebbe dover avere un carisma scientifico assoluto, che tuttavia non ha riscontri con i necessari parametri e le leggi che – anche in Regione Toscana - disciplinano l’argomento. Il progetto non potrà essere realizzato se – come pare - le osservazioni presentate alle istituzioni competenti dagli esperti (tra cui Marina Aldi), hanno messo in luce lacune, incompatibilità e soprattutto il mancato rispetto di norme che regolano le aree attraversate da incendi, in particolare per la zona scelta per il progetto. La Cameron Smith, che appare risentita, avrebbe potuto tener conto dei risultati raggiunti dallo studio sulla vegetazione dell’isola presentato proprio al Giglio il 1 luglio 2005 dal Laboratorio di Fitogeografia dell’Università di Firenze, alla presenza di rappresentanti di Comune, Provincia e Regione. Lo studio, effettuato sotto la supervisione del Professor Arrigoni, dimostra che il territorio del Giglio è un laboratorio vitale e vivente, unico nel suo genere, in fase, per così dire, di riforestazione autonoma e spontanea. Tutto ciò rende ogni tipo di sperimentazione decisamente superflua, se non potenzialmente dannosa. La semina a dispersione non vincolata (autosufficiente), il processo attentamente studiato dalla signora Cameron Smith, è spontaneamente, quotidianamente e soprattutto gratuitamente attuato da migliaia di animali, selvatici o non, sparsi nel mondo, che con i propri escrementi disperdono e seminano ovunque le specie vegetali più varie. Basta guardare una foto aerea a colori dell’Isola del Giglio per comprendere quanto il Giglio possa fare a meno di non ben definiti Progetti (con spesa di 18.000,00 € da parte dei contribuenti) essendo in grado di andare tranquillamente avanti con l’aiuto della sola madre natura, per di più a costo zero. Inoltre in passato il coinvolgimento di “scolaresche” in simili progetti si è dimostrato privo di significati didattico-educativi: una cosa è voler capire e comprendere “il territorio” nei vari aspetti antropico-naturali, altra cosa è usarlo per finalità promozionali e/o sperimentali in campo professionale. Qualsiasi intervento “sul territorio” presume comunque una conoscenza adeguata dello stesso (nel presente caso l’ambiente vegetale dell’isola e le specie che di questo micromondo fanno parte). Questo avrebbe dovuto dimostrare il progetto della Dr.ssa Cameron Smith. La stessa, laureata come pare in materie Forestali, avrebbe dovuto infine sapere che la materia è espressamente regolata nella Regione Toscana dalla Legge Forestale 39/2000, ove viene fatto divieto, almeno per 5 anni dal verificarsi dell’incendio, di ogni attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale in boschi e nei pascoli percorsi dal fuoco (art. 76, comma 7) in particolare se sostenuta con risorse finanziarie pubbliche! Dunque, sia che ci siano stati incendi, o che non ci siano stati, per un motivo o per l’altro, il suo famoso “progetto di riforestazione o rivegetazione o rinverdimento“ allo stato attuale appare “improponibile”! Ci sentiamo infine di stigmatizzare l’atteggiamento irrispettoso, irriverente e spesso offensivo nei confronti di coloro che svolgono il proprio compito con attenzione e professionalità, intendendo parlare con ciò non solo dei funzionari e degli esperti della Consulta Tecnica delle Aree Protette della Regione Toscana, del Prof. Baldini e del Prof. Arrigoni, ma anche di Marina Aldi, tanto denigrata da essere additata come “incompetente“. La Sig.ra Cameron Smith avrebbe potuto apprezzar meglio le capacità e conoscenze di questa nostra validissima rappresentante, ove avesse partecipato anche Lei nel maggio scorso alle 4 giornate di studio trascorse al Giglio da un gruppo di lavoro e di escursione (60 partecipanti tra professori universitari e ricercatori di fama nazionale e internazionale: si veda pubblicazione della Società Botanica Italiana stampata in tale occasione). Avrebbe anche avuto modo di ascoltare quanto emergeva a proposito di certa “riforestazione”, “rivegetazione”, o “rinverdimento“. Lo stesso avrebbe potuto fare in occasione delle diverse visite al Prof. Arrigoni dell’Università di Firenze, in occasione del secondo tentativo di “aggiustamento” del progetto. Non è stata comunque l’incontestabile competenza di Marina Aldi lo scoglio più grosso alla realizzazione del progetto, ma, a quanto pare, le stesse mutevoli e pur sempre inesorabilmente errate scelte della proponente. Nel 2008 potrà riprovarci ancora, sempre che non scelga nuovamente una Zona Parco, un SIC (sito di interesse comunitario) o una ZPS (zona a protezione speciale). Magari usando meno protervia e maggior rispetto delle competenze altrui, meglio se rispettando le Leggi Regionali, le Norme e i Regolamenti Comunitari. Per i Verdi comunque prima si verifica che esiste un problema, quindi si individua la soluzione e solo successivamente chi effettua l’intervento e con quali risorse. Parrebbe davvero strano si volesse a tutti i costi partire dalla coda, dall’individuazione del soggetto e delle risorse, per poi decidere cosa sia meglio (e lecito) fare o fargli fare, purché qualcosa faccia. Margherita Signorini ed Irio Verani Co-Presidenti Verdi della Toscana L’Amministrazione Comunale difende il progetto di riforestazione: le polemiche sollevate sono un tormentone fuori luogo Rispetto alle critiche mosse in ambito locale non posso che prendere una chiara ed inequivocabile difesa della riforestazione. Il progetto pilota per la riforestazione naturalistica per la conservazione della biodiversità che a generato polemiche esagerate, un tormentone infinito e del tutto fuori luogo, sulle quali non vogliamo replicare in alcun modo, nemmeno in futuro. L’Amministrazione Comunale difende la riforestazione ribadendo ancora una volta quanto è stato a suo tempo portato a conoscenza della Regione Toscana e della Provincia di Grosseto. Il progetto pilota per la riforestazione naturalistica e per la conservazione della biodiversità è una iniziativa assolutamente lodevole che ha avuto il pieno consenso di esperti della biodiversità di rilevanza internazionale. Con tale progetto l’Amministrazione Comunale non si pone obiettivi troppo ambiziosi, si limita alla raccolta dei semi recuperati localmente (la stessa specie ha varietà diverse in diversi habitat, con capacità di adattamento diverse), coinvolgendo le scuole in un programma di continuo monitoraggio, allo scopo di verificare lo stato di germinazione e di attecchimento delle nuove piantine, con la costituzione di vivai che, partendo da semi locali, producano piantine da trapiantare nella stagione opportuna. Partendo dalla constatazione che nessun intervento umano è perfetto; sempre l'uomo interferisce con la natura quando si propone di intervenire sullo stato vegetazionale di un territorio, mentre occorre rilevare che la riforestazione è una scienza complessa e nessuno ha le competenze complete: ci sono esperti di biodiversità, altri hanno maggiori competenze tassonomiche o flogistiche etc. In teoria, secondo alcuni, dovremmo lasciar fare alla natura stessa ed aspettare che, in tempi lunghissimi, si sviluppi naturalmente la vegetazione "potenziale" del sito. Ma, portando la cosa all'estremo, dovremmo anche eliminare la presenza umana dall'Isola. In qualsiasi modo le nostre attività (abitazioni, strade, agricoltura, turismo, incendi causati dall'uomo, ecc.) interferiscono pesantemente con la natura e la sua biodiversità. Ritengo, a mio modo di vedere, che vi sono aspetti estremamente positivi del progetto di riforestazione dell'Isola del Giglio ed altrettanto molto positiva è la circostanza (credo inusuale) che una Amministrazione Comunale specie di piccole dimensioni, quale è l’Isola del Giglio si ponga il problema ed inizi ad affrontarlo. Occorre rilevare poi che le problematiche scientifiche non sono semplici. Addirittura ci si scontra spesso, in ambito scientifico, su cosa si intenda per specie autoctona. Le specie non sono sempre esistite, sono in continua evoluzione, specie compaiono e scompaiono in modo continuo, in conseguenza di eventi naturali. Alcune specie sono state introdotte (anche millenni fa) da eventi naturali (semi in mare, trasporto con uccelli, ecc). Altre sono state introdotte dall'uomo. Quali sono autoctone? La vite ansonica del Giglio è stata portata dalla Sicilia, ove era stata portata dalla Grecia. Molta vite ansonica si è ora inselvatichita (ad esempio, nella zona di Capel Rosso). Cosa ne facciamo? La consideriamo autoctona solo perchè è al Giglio da qualche millennio? Oppure no perchè l'ha introdotta l'uomo? Altrettanto positivo, mi pare, il fatto che i ragazzi del Giglio vi siano praticamente coinvolti. nell’iniziativa da incoraggiare e sostenere. Gli italiani si mostrano molto preoccupati per la Foresta Amazzonica, ma non si preoccupano quasi per niente per gli attentati ai nostri ambienti quotidiani. Lucidano a cera le proprie case e poi lasciano rifiuti nel più vicino bosco. Non battono ciglio di fronte alle molte devastazioni ambientali provocate dalle attività edilizie. L'Isola del Giglio non è una riserva naturalistica assoluta, come lo è l'Isola di Montecristo. Vi abita una cospicua popolazione stanziale ed è centro di attività turistiche. Ma è opportuno che si crei una coscienza pubblica attenta alla migliore coabitazione con l'ambiente e al suo rispetto. La proposta operativa dell’Amministrazione deve essere proseguita con l'iniziativa di riforestazione, facendo riferimento magari ai consigli degli esperti sulle principali specie su cui concentrare l'attenzione. Conclusivamente chiedo qualche riflessione e considerazione in più sulla qualità del progetto per la riforestazione naturalistica per la conservazione della biodiversità e qualche polemica in meno.


giglio cartina

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alessi brothel

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