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Il Sindaco di Portoferraio interviene sul servizio di raccolta RSU "porta a porta"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 02 settembre 2006

Il servizio “porta a porta” è una metodologia di raccolta, sia per i rifiuti differenziati che per quelli indifferenziati, come lo sono la raccolta tradizionale, la raccolta automatica, la raccolta con bidoni, con campane e altri sistemi intermedi. La caratteristica principale è che il metodo “porta a porta” è quello che meglio si adatta alla gestione della raccolta nei centri storici. La maggior parte dei centri storici italiani è gestita con questo sistema. Il motivo è molto semplice: gli spazi e la viabilità nei centri storici, come quello di Portoferraio, sono tali per cui il collocamento di qualsiasi tipo di contenitore determina una serie di conseguenze negative quali l’impatto visivo, l’impatto olfattivo, riflessi sul traffico, sulla viabilità generale e problematiche di rumori notturni legati alle attività di svuotamento. Il proposito si ricorda quale fosse la situazione del Centro Storico prima dell’attuazione di questa nuova metodologia: numerosi punti di accumulo dell’immondizia, necessità di provvedere a ripetuti svuotamenti, continue lamentele dei cittadini perché le attività produttive buttavano a qualsiasi ora qualunque tipo di rifiuto organico, mezzi di raccolta di media dimensione che circolavano per le vie centrali a qualsiasi ora provocando notevoli disagi, ingorghi, difficoltà di transito in molte vie, continue richieste di interventi da parte della Società al Comando dei VV.UU. per rimuovere mezzi mal posteggiati, ripetute richieste di utenti che chiedevano di spostare i contenitori, rischi di incidenti, proteste per i rumori. Il sistema “porta a porta” ha comunque dei costi gestionali piuttosto elevati, che vengono spalmati su tutte le utenze, esattamente come i vantaggi debbono produrre utilità al sistema nel suo complesso e non soltanto a chi lo utilizza. E’ legittimo che tutti i cittadini possano aspettarsi una riduzione delle tariffe quando l’intero sistema sarà “a regime”. Non è corretto che gli attuali costi servano da pretesto per non attuare le raccolte differenziate ed è sbagliato assimilare il metodo di raccolta “porta a porta” alle raccolte differenziate. La raccolta differenziata, peraltro, è obbligatoria per legge e i cittadini sono tenuti ad attuare almeno le raccolte che le Amministrazioni hanno attivato. Sia la precedente normativa (22/’97) che quella vigente (152/’06) stabiliscono gli obblighi delle amministrazioni sul tema delle raccolte differenziate. Le sanzioni sono determinate prevedendo un aggravio dell’ecotassa da pagarsi da parte dei Comuni “non virtuosi”, cioè che non raggiungono gli obbiettivi previsti dalla vigente normativa. Effettivamente l’attuazione della raccolta differenziata, se affiancata alla possibilità di valorizzare in loco le frazioni in tal modo raccolte, rappresenterà un modo per ridurre i costi del servizio di igiene urbana. In proposito il Sindaco Roberto Peria ha dichiarato: “Il futuro di Portoferraio e dell’Elba è nella differenziata spinta, al di là del metodo di raccolta, porta a porta o altro; su possibili innovazioni, anzi, abbiamo aperto una riflessione con l’azienda. Il problema è comunque che ad oggi le dotazioni impiantistiche non permettono di valorizzare sull’Isola le frazioni secche delle raccolte differenziate (vetro-plastica-lattine e carta-cartone) e questo determina un aggravio di spese: la separazione dei materiali in merceologie omogenee, la liberazione da frazioni di scarto e la loro compattazione non possono essere realizzati in loco, determinando aggravi anche nei trasporti. Inoltre, il ritardo nella realizzazione del revamping della linea di “stabilizzazione della FOS”, a causa delle conosciute vicende del “finanziamento DUPIM” relativo all’impianto del Buraccio, non ha ancora permesso di attivare la raccolta differenziata dell’organico e il suo utilizzo, dopo la raffinazione, sul territorio. Ultimo e più importante elemento critico per i costi del servizio di igiene urbana è la mancata realizzazione del lotto B2 della discarica di Literno. Il Comune di Portoferraio si è impegnato con forza per costruire un nuovo modello gestionale, più efficiente ed economico; nello scorso mese di giugno io stesso ho scritto una allarmatissima lettera al Presidente della Regione ed al Presidente della Provincia, nella quale denunciavo la necessità di procedere anche attraverso procedure straordinarie all’ampliamento di Literno ed alla realizzazione di tutti gli altri interventi necessari a ridare una gestione “normale” dei rifiuti a questo territorio. Sul punto vi fu l’interessamento dell’Assessore Regionale all’Ambiente Artusa, che convocò tutte le amministrazioni elbane e la Provincia ad un tavolo di confronto. Ci aspettiamo adesso iniziative conseguenti ed adeguate, perché l’attuale meccanismo è inaccettabile e non può durare. Non lo reggono più i Comuni; non lo reggono più i cittadini e le imprese. Portoferraio in questi anni ha fatto enormi sacrifici per tenere in piedi il sistema elbano dei rifiuti; adesso abbiamo, tutti, un obbligo morale nei confronti dei cittadini: quello di migliorare il servizio ed abbattere i costi e su questo non transigeremo. Portoferraio in due anni è passato dal 6 al 16% di differenziata. E’ un risultato importante, ma ancora insufficiente, ben lontano da quel 35% che ci consentirebbe di eliminare l’ecotassa dalla tariffa a tutto vantaggio dei cittadini ed ancora più lontano dall’obiettivo di qualità del 55% richiesto dalla Regione; per raggiungere quegli obiettivi, però, bisogna che tutti gli attori dello scenario facciano il loro dovere fino in fondo”.


portoferraio via gasperi panorama

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