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Inconcepibile che l'Elba non abbia una camera iperbarica sempre in funzione

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 27 agosto 2006

Il 18 Agosto, alle ore 18, mio figlio, che nei giorni precedenti aveva fatto immersioni fino a 4 metri nella baia di Nisporto, si è presentato al Pronto Soccorso per formicolio agli arti. Dopo un’anticamera di 6 ore, quindi alle ore 22, il medico di turno gli ha prescritto una visita neurologica, da effettuarsi la mattina successiva. La mattina del 19, il ragazzo, accompagnato dal padre (non era in grado di guidare), si è recato al Poliambulatorio, ma il neurologo il sabato non visita. Preoccupato per l’aggravarsi dei sintomi, è tornato al Pronto Soccorso, chiedendo di fare, almeno, delle analisi. E’ così è venuta fuori la vera diagnosi e la necessità di effettuare quanto prima una seduta in camera iperbarica per la decompressione. E’ stato disposto il trasferimento immediato, con ambulanza, a Pisa, perché a Portoferraio, di 2 camere iperbariche non ne funziona, mi dicono da anni, nemmeno una. A Pisa, l’ha accompagnato mio marito, vestito così com’era e con pochi soldi in tasca. D’altra parte non c’era tempo da perdere. La decompressione è durata 4 ore il sabato e 4 la domenica. Per fortuna, mia sorella abita in continente ed ha potuto ospitarli, altrimenti alla preoccupazione si univa il disagio di stare fuori casa e da non sottovalutare, anche la spesa per il soggiorno. Ma le due sedute di decompressione non sono state sufficienti. Infatti, gli sono state prescritte 12 sedute di ossigenoterapia, di 90 minuti ciascuna, da effettuarsi fin dal lunedì successivo. Impegni di famiglia hanno imposto ad entrambi il ritorno all’Elba. Quindi, oltre al ticket, è a nostro carico il viaggio per 2 persone, perché Matteo non è ancora in grado di guidare, pur stando molto meglio. A questo punto, ho avvertito il dovere morale di far qualcosa per risolvere il problema. Non è possibile che un’isola, dove si sa che l’attività subacquea è praticata da molti, non sia dotata di un’apparecchiatura, tanto utile a salvare in tempo una vita. O, peggio ancora, ci sia e giaccia in una stanza da anni, in attesa di essere “riparata” e/o riattivata. Mi sono, così, rivolta alla Direzione Sanitaria del Presidio Ospedaliero. Il Dr. Pisani mi ha detto che è un problema di risorse, che deve intervenire la Regione, che……bla..bla..bla… Ho capito poco e nulla delle sue parole. E’ la tattica di chi, per giustificare un problema che scotta, usa paroloni e frasi arzigogolate, tipo “Azzeccagarbugli”, sapendo bene di mettere in imbarazzo l’ascoltatore. Tant’è che, quando ho capito il gioco, ho troncato la telefonata, dicendo “Sicuramente, le sto rubando, del tempo prezioso, perché continuo a non capire. Chiederò spiegazioni altrove.”. Perciò, ho inviato una e-mail direttamente a Enrico Rossi, con la speranza che, almeno lui, sia più chiaro.


ospedale piccolo

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