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Carcere e rieducazione, stoccafisso e magliette da ergastolani, alla festa de L'Unità

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 25 agosto 2006

Un gazebo minimalista, quattro sedie, e una platea con decine di persone che nonostante la musica ad alto volume, hanno ascoltato l’avvocato Fabrizio Callaioli di Amnesty International ragionare della funzione rieducativa della pena detentiva. Un argomento complesso e ostico, soprattutto dopo il qualunquismo da ombrellone di quest’estate segnata dall’indulto, con le cronache dei quotidiani che spesso hanno colto gli aspetti kitsch e folkloristici della varia umanità uscita dal carcere. L’esordio della festa de L’Unità ai giardini delle Ghiaie, mercoledì sera, ha rispolverato il consolidato modello dell’incontro-dibattito, negli anni scorsi troppo sacrificato al cacciucco e la piadina. Nonostante la contaminazione acustica tra il concetto di “certezza della pena”, ben schematizzato da Callaioli, e Guantanamera del gruppo rockmelodico al di là dei pitosfori, l’incontro è stato interessante, ha messo insieme per un’ora e mezzo mondo cattolico ed esponenti della sinistra radicale. Una bella sorpresa, per i volontari di Dialogo che hanno organizzato il dibattito, presentato dalla presidente Licia Baldi, da Nunzio Marotti e dal segretario di zona dei Ds Mario Giannullo, anche la presenza del direttore del carcere di Porto Azzurro, Carlo Mazzerbo, che ha portato la sua concreta testimonianza deell'istituto elbano. L’associazione di volontariato carcerario Dialogo è per la prima volta presente alla festa de L’Unità con un suo stand, dove tra un vasto assortimento di magliette modello ergastolano 2006, ed altri prodotti dell’artigianato carcerario, vengono proiettate diapositive sulle attività intraprese dai volontari.


Festa unità 2006 dialogo

Festa unità 2006 dialogo