Un nostro caro amico (elbano), di cui taciamo il nome per evitargli ritorsioni, di fronte al dibattito sulla “semplificazione istituzionale” espresse qual’era secondo lui la soluzione: “Macchè comune unico! Per mettere le cose a posto bisognerebbe che l’Elba diventasse tutta frazione del Comune di Sassetta con la pena accessoria della sospensione per gli elbani dell’elettorato attivo per quindici anni e passivo per 30!” Lì per lì giudicammo la misura proposta un po’ draconiana, ma negli anni successivi più volte, di fronte a ripetute alzate d’ingegno dei nostri amministratori, pur ignorando la vaglia degli amministratori Sassettani, ci siamo ritrovati a pensare che in fondo tutti i torti il nostro drastico amico non ce li avesse. Tutto ciò fino a che, dopo essersi riuniti in separata sede, i cinque sindaci del centrodestra non hanno prodotto finalmente un idea nuova per giungere ad un livello di decente armonizzazione delle politiche comprensoriali. Lo spunto di genio è stato “Come superare l’ineluttabile problema della semplificazione istituzionale? Semplice, con la Complicazione Istituzionale!” E per complicare al meglio il tutto ci si è inventati la proposta della creazione della Provincia Autonoma dell’Elba o secondo altre versioni dell’Arcipelago Toscano. E questa formidabile idea è stata esplicitata anche nel vezzoso numero unico del Comune di Portoferraio in carta patinata recapitato a tutte le famiglie portoferraiesi, che crediamo giubileranno assai per il fatto che un destino tanto glorioso si approssima per la Città di Cosimo. Infatti in cima ai pensieri della maggior parte dei nostri concittadini non ci sono i conti preoccupanti di casa o dell’azienda, servizi che funzionino, la salute, un’urbanistica depurata da favate “creative”, la gravidanza della gatta, una polipo de medici che invece di succhiare soldi al bilancio comunale riesca a gestire il patrimonio che le è stato affidato portando a casa qualche palanca, no! Quasi tutti i portoferraiesi si addormentano pensando: “Quando diventeremo provincia?” Ora i maligni penseranno: “E come faranno a gestire una provincia questi che hanno fatto terminare a sputi e ombrellate tutti i tentativi di governo comprensoriale?” Invece noi plaudiamo a questo nuovo corso, per ricaduta crediamo che almeno S.Piero, Procchio, Pomonte, Cavo, Pianosa, Seccheto, Chiessi, S.Andrea, Gorgona, Bagnaia, dovrebbero assurgere al ruolo di comuni, e con i vecchi 8 più Giglio e Capraia si giungerebbe a 20 comuni, una media normale per una Provincia, anzi, già che ci siamo di province potremmo crearne due, una dell’Elba e una delle Isole Minori con sede al Giglio, o a Montecristo per problemi di baricentricità (Assessore, lo sappiamo che c’è stato in gita col prete, ma la cattedrale di San Nicola col baricentro non c’entra). A quel punto potremmo puntare allo status di Regione autonoma, levandoci in un colpo solo di culo sia la Provincia di Livorno che la Regione Toscana dove purtroppo vincono sempre i bolscevichi come direbbe, senza sapere al solito di cosa parla, un fastidioso e truccatissimo ometto. E potrebbe pure non finire qui, perché, se per caso girasse vento alle prossime politiche, avremmo creato i presupposti per una “devolution” spinta fino all’indipendenza nazionale, fino a vedere la bandiera con le tre api garrire sul palazzo dell’Onu, fino a sentire risuonare “Com’è bello frustare i cavalli” del Maestro Giuseppe Pietri divenuto inno nazionale. Pugnate quindi o prodi (si consigliere, capiamo l’imbarazzante sovrapposizione con Romano Prodi, ma come dovevamo chiamarli, “brodi”?) pugnate quindi o prodi dell’autonomia, e non vi curate se passando per strada sentirete risuonare il grido: “Legali!”. C’è sempre chi rema contro!
montecristo isola