Torna indietro

Il Parco Minerario nel Direttivo del Parco Nazionale? Una cosa molto difficile.

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 24 agosto 2006

Il presidente del Parco Minerario, rilanciando la proposta di una presenza di un suo rappresentate nel Direttivo del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, smentisce che si tratti di una sua autocandidatura, ne prendiamo atto, anche se non si capisce chi, oltre Marchetti potrebbe ricoprire autorevolmente tale carica per il parco minerario. Visto che di candidati e candidature si sta parlando, sarebbe meglio sapere chi sarebbe il vero candidato e come si intenda farlo eleggere. Inoltre è ben strano che Marchetti avanzi l’impellente esigenza di questa presenza nel Direttivo e poi faccia un quadro della legge 394/91 e dei Parchi nazionali, con accenti, argomentazioni e giudizi semplicistici che credevamo patrimonio del centro-destra e di Matteoli, che lo dovrebbe far rifuggire da qualsiasi contatto con l’Area Protetta. Forse sarà perché Marchetti ha compreso che con l’attuale normativa l’ingresso di un rappresentante del Parco Minerario è problematica e probabilmente non attuabile? Infatti, è chiaro che, secondo la legge 394/91, i sindaci rappresentano il territorio (e tutte le sue articolazioni) in ben due organi del Parco: Comunità del Parco e Consiglio Direttivo e soprattutto con i rappresentanti dei comuni del versante minerario il Presidente del Parco Tanelli parco ha concordato le iniziative prese per il parco minerario. Inoltre la proposta Marchetti non tiene conto delle norme che regolano l’elezione dei componenti del Direttivo dell’Ente Parco, tanto che lo stesso Marchetti è costretto a chiedere una modifica della legge che vanificherebbe, con i suoi tempi lunghi, la sua richiesta. Il problema è che, se si deve far posto ad un rappresentante del parco minerario dentro il direttivo del parco nazionale, bisogna toglierlo a qualcuno: la comunità del parco elegge 5 membri in rappresentanza di Comuni. Province, regione e Comunità montana. Con il voto disgiunto per garantire le minoranze almeno uno toccherà al centrodestra quindi al rappresentante del parco minerario dovrebbero far posto gli altri 4. Non si capisce chi si farà da parte, anche perché occorrerà far posto al Giglio che nel 96 scelse l’Aventino antiparco. Dei tre comuni che rimangono - se non chiederanno di essere rappresentate anche Regione, Province e Comunità Montana - quali saranno, e quanti, quelli del versante orientale che faranno posto al parco minerario? Da uno di questi 3 comuni dovrà anche uscire il vicepresidente del parco e la candidatura di Catalina Schezzini alla presidenza è una pesante ipoteca sia per la vicepresidenza che per la rappresentanza del versante minerario nel direttivo. Quindi, rimangono due posti - ma almeno 1 o più dovranno andare ai comuni dell’Elba occidentale che hanno più territorio dentro il Parco, senza contare Portoferraio - e ci sarebbero almeno altre 12 amministrazioni locali che vorrebbero far parte del direttivo. Sembra molto complicato trovare qualcuno che faccia posto qui ad un rappresentate del parco minerario, soprattutto se si pensa che poi dovrà essere votato compattamente dai comuni con il voto segreto e disgiunto: ricordiamo che 10 anni fa, con gli stessi rapporti di forza favorevoli al centro-sinistra, le divisioni tra le amministrazioni dell’Ulivo permisero al centro-destra di eleggere 3 rappresentanti su 5 nel Direttivo! I 4 posti delle associazioni ambientaliste e della comunità scientifica sono già praticamente assegnati sulla base di indicazioni nazionali e delle università, quindi restano le due nomine del Ministero dell’Ambiente, è più che probabile che Pecoraro Scanio ci metterà uomini di provata fede, anche per coprire il presidente in pectore Mario Tozzi che non potrà essere presente assiduamente, e gli apprezzamenti poco lusinghieri su Verdi e ambientalisti del Presidente Marchetti non sembra abbiano fatto salire le quotazioni del Parco Minerario presso il ministro. Rimarrebbe l’ultima nomina possibile: quella del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, ma è stato proprio un autorevole esponente Ds, Catalina Schezzini, a chiedere in un convegno a Rio nell’Elba di pochi mesi fa che i pescatori fossero rappresentati dentro il direttivo del parco (una cosa che chiediamo anche noi come Legambiente in previsione dell’Area Marina Protetta) la stessa cosa chiede da tempo Legapesca e la Coldiretti chiede insistentemente al ministro che dentro il direttivo ci sia un rappresentante degli agricoltori. Quindi il rappresentante del parco minerario potrebbe essere scelto tra un pescatore o un agricoltore? Oppure questi dovrebbero simpaticamente rinunciare? Siamo però d’accordo con Marchetti sulla necessità di forme d’integrazione permanenti fra il consiglio direttivo dell’ente parco e quello d’amministrazione del parco minerario, ma ci sarebbe un evidente conflitto di interessi tra uno che dirige un parco minerario e lo stesso che poi va nel direttivo del parco nazionale a concordarsi le forme di gestione, finanziamento ed interventi nel parco minerario. Quindi i rapporti tra parco nazionale e minerario vanno attuati attraverso il piano del parco, il regolamento e il piano di sviluppo pluriennale economico e sociale e con un rapporto stretto tra direttivo del parco e gestione del parco minerario. Gli spazi per l’auspicato stretto rapporto tra i due parchi sembrano questi. Per il resto non ci sono i numeri e sarebbe una inutile forzatura che non sembra abbia spazi per ottenere risultati.


cartello parco volterraio

cartello parco volterraio