Uno degli uomini più potenti del pianeta, il Ministro della Difesa degli Stati Uniti d’America, l’altro giorno riferendosi al saccheggio del museo di Bagdad ha dichiarato: «Mi fanno vedere e rivedere in televisione immagini di gente che esce dal museo di Baghdad portandosi via dei vasi. Ma io dico: possibile che ci possano essere tutti quei vasi in un Paese? Non sarà un’esagerazione dei Media?» Come dire “So furbo io .. gatta ci cova!”. Un discorso del genere, se fosse stato fatto nella Portoferraio di un tempo, per esempio al Bar Roma, avrebbe provocato il lapidario commento: “O vai in culo, fava!”, magari condito dalla classica “patta nel topezzo” (schiaffo sulla nuca). Se fatto da un bambino al Maestro Poli avrebbe comportato un 4, ed il classico "colpo del coniglio" (una premontessoriana punizione consistente nel colpire la stessa zona anatomica ma con la mano di taglio). Ma siamo del modestissimo parere che non ci sia in costui solo un’ignoranza caprina (roba da far apparire al confronto il Berlusconi del Romolo e Remolo come un raffinato storico) ma pure la strafottenza di un potere arrogante su scala planetaria. Ma come si fa, ci domandiamo, ad aggredire un paese straniero, senza prima prendere coscienza, da capo del più potente esercito del mondo, di brani della sua storia che (pure negli USA) stanno scritti sui sussidiari dell’elementari? Di fronte ad elementi come questi comincia ad andarci stretto il costante mettere le mani avanti della sinistra il “noi non siamo antiamericani” ripetuto fino alla nausea, condito spesso da un timido: “..però i governanti USA si sono comportanti scorrettamente (birichini!)..” Nossignori (e no compagni) qui occorre invertire, per iniziare, l’ordine di presentazione degli argomenti. La guerra di aggressione degli Stati Uniti condotta contro il parere dell’Onu, contro il parere degli stessi alleati della Nato era una guerra illegale, chi l’ha dichiarata ha commesso un crimine internazionale, punto. Poi possiamo dire che non siamo nemici del popolo americano, ma di chi li governa sì, e come. Così come saremmo cauti a dare la patente di democratico ad un paese che inquina e consuma più di ogni altro paese del mondo, che frigge minorenni e minorati mentali sulla sedia elettrica, e nonostante ciò registra un tasso di criminalità tra i più alti del pianeta, dove si comprano armi come se fossero barattoli di pelati, dove 7 milioni di persone non hanno una casa o comunque vivono sotto il tetto di una disperata povertà, dove votano quattro elettori su dieci, dove le elezioni (si è visto nell’ultima occasione) si risolvono in una farsa. Che cazzo di lezioni possiamo prendere da un tale paese? Che cazzo di democrazia è questa? Per definirla tale occorre avere tra le proprie fonti documentali solo Donald Rumsfeld, Donald Duck (meglio noto come Paperino)e Donald Veltroni. Ed in ultimo, il fatto che il potente torzolo bellamente ignori che proprio tra il Tigri e l’Eufrate sia germogliato il seme di quella civiltà che potremmo assimilare al DNA della società moderna anche occidentale, questo ostentazione d’incultura, ci conferma il grado di considerazione che l’ottusa, prepotente ed ignorante leadership americana ha di tutto ciò che non nasce dagli Stati Uniti o che non serve agli interessi supremi di una nazione che si va cacciando sempre più verso l’isolamento culturale: ZERO
Donald Rumsfeld
Paperino
Veltroni grosso