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Rinascita Riese: scaricabarile e palio dell'Assunta

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 19 agosto 2006

Nell’arco di tempo di quest’ agosto bizzarro che prende a declinare, molte parole e molti discorsi sono stati affidati al vento di una serrata polemica che ha visto contrapporsi sindaci ed ex sindaci, tutti impegnati a difendere il loro operato, con un gioco che molto assomiglia allo “scaricabarile”. Al centro del discorso l’urbanistica, o meglio gli eccessi di urbanizzazione da cui Rio sembra non possa sottrarsi, eccessi che muovono da lontano, che hanno avuto origine nella pianificazione di un tipo di sviluppo edilizio solo a parole “sostenibile”, ma che in realtà, e tutti possono constatarlo, ha fatto violenza all’ambiente immiserendolo nelle sue pregevoli attrattive. Rinascita Riese non intende pronunciarsi sul palleggio di quelle responsabilità, vuole solo limitarsi a sottolineare come le frequenti accuse di sterile protesta, che le vengono rivolte per il suo atteggiamento critico nei confronti della eccessiva e caotica urbanizzazione, siano del tutto infondate. Dopo le polemiche fra sindaci, ed ex, non è più credibile sostenere che “ le amministrazioni che hanno governato Rio in urbanistica abbiano rappresentato per l’Elba un sicuro riferimento, sia nel metodo, sia nel merito, nella ricerca di uno sviluppo sostenibile”. Tanto dichiara Franchini, presidente del consiglio provinciale, tradizionale figura di spicco a Rio, impegnato in questo lasso di tempo a difendere scelte remote e a giustificare la pochezza delle scelte attuali di questa Amministrazione. Se Rio è stato davvero un esempio per il comprensorio è lecito chiedersi quale ispirazione possono averne ricavato gli altri dall’ammasso confuso delle costruzioni (e non è finita) al Padreterno, dallo scempio edilizio a Nisporto su cui si appuntano anche le dure critiche dei turisti, dalla prospettiva del cemento nella splendida valle di Grassera, e poi giù, giù, fin verso Rio Marina. Franchini auspica che in tempi brevi si pervenga alla redazione del piano strutturale elbano. Giusto. Ma che si faccia presto, molto presto, perché, se i tempi si allungheranno, per quanto l’Amministrazione Schezzini si definisca tra le più convinte sostenitrici della iniziativa, resterà ben poco da salvare, a meno che non si faccia poi ricorso a demolizioni programmate. Ma questo, ben sappiamo, è cosa impossibile. Se è vero che la politica urbanistica non si fa con i miracoli, come afferma Franchini, è altrettanto vero che ai miracoli bisogna affidarsi quando le idee non ci sono, o meglio, quando non ci sono le idee giuste. Accade allora che si metta in dubbio la qualità delle idee che Rinascita Riese avrebbe espresso se fosse andata oltre quell’emblematico 49%. E diciamo emblematico perché quel dato la dice lunga sul preteso consenso elettorale dei DS locali. Hanno vinto, ma non hanno convinto, perché in un piccolo paese, dove vige un rapporto faccia a faccia, dopo una legislatura, riportare un così misero successo è cosa di cui non è dato certamente menare vanto. Ma torniamo all’argomento. Ebbene, sia Rinascita della prima ora, quando sosteneva l’ondivago Coluccia, sia quella successiva, che trovava in Burelli un autorevole capolista, non avrebbe di certo proseguito acriticamente nella via tracciata da chi aveva fatto scelte tanto discutibili. Non sarebbe bastato il “cesarismo bassaniniano” che conferisce forti poteri al sindaco, perché il gruppo, cioè la lista, annoverava persone del tutto indisponibili all’avventura del cemento e della speculazione edilizia. La non dipendenza da orientamenti di partito, il fatto di non dovere rendere conto a nessuno del proprio lavoro, se non alla cittadinanza, quella determinazione, che deriva dalla consapevolezza di poter agire con ampia libertà nell’interesse del paese, non sarebbe venuta meno in ogni circostanza. Avremmo voltato pagina. Appare allora ingiusto, per non dire falsamente strumentale, il riferimento ad una frase che Burelli avrebbe pronunciato, in tempo di campagna elettorale, alludendo alla prospettiva che “chiunque abbia un pezzetto di terra può costruire”. Cosa si intendeva dire con quella frase? Niente più della disponibilità a favorire, compatibilmente con le norme regolamentari del comune, le costruzioni di prime case. Tutto qui. Prime case, e non l’attuale via libera alle megaimprese che stanno sconvolgendo malamente il territorio. Tacciare di possibile permissivismo Rinascita suona stonato, come del resto è stonato il giudizio sulla visione politica di una Rinascita “chiusa negli angusti confini comunali”. Eppure abbiamo anche preso a modello di riferimento, di recente e per il Parco dell’Arcipelago , manifestazioni e fatti lontani da questo paese. Come il Palio, ad esempio. A proposito. Il Palio dell’Assunta, per Ferragosto, dopo una partenza particolarmente tribolata, ha messo in risalto una “carriera” davvero combattuta, che può essere significativa se presa a modello del Palio elbano per la nomina del presidente del Parco. I riottosi concorrenti si sono ammucchiati confusamente uno sull’altro, a “cavallate” e colpi di nerbo. E’ partito, con scelta di tempo, il cavallo di rincorsa, uno nuovo, uno fuori dalle strategie delle contrade e dai giochi spregiudicati dei fantini. E ha vinto. Che sia un buon auspicio per le sorti dell’Arcipelago?


rio elba panorama chiesa

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