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Carabinieri (veri) inseguono e catturano due finti carabinieri autori di una rapina

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 19 agosto 2006

Ore 5.30 di giovedi 17 Agosto, due studenti pisani ventenni se ne stanno nell'auto parcheggiata sotto una discoteca in località Capannone, sono in vacanza all'Elba chiacchierano tranquillamente quando di punto in bianco al loro veicolo si avvicinano due figuri che bussano violentemente ai vetri dell'auto intimano di aprire qualificandosi per "Carabinieri" mostrano (ma al volo senza che gli studenti possano realmente controllare) un cartoncino che li qualificherebbe per tali. I pisani sono sconcertati trovano infatti sia il look (teste rasate tatuaggi sulle braccia) che i modi dei due "carabinieri" davvero poco consoni allo stile dell'Arma. Uno dei due, che l'altro chiama "maresciallo" urla, sbraita, minaccia di pestarli, e si infuria quando, dopo aver aperto le portiere, alla richiesta di consegna dei documenti, i pisani tentano di richiudersi dentro e di telefonare con un cellulare al 112 a Carabinieri un poco più credibili dei due torzoli che stanno loro di fronte. Il "maresciallo", il vero protagonista dell'azione, strappa il cellulare di mano al proprietario, sfila dal cruscotto la chiave dell'auto e si allontana ancora minacciando. I "carabinieri" imbarcano su un'auto poco distante partono dirigendosi verso Procchio, campo alla guida c'è il "subordinato", ripassando davanti all'auto dei due studenti il "maresciallo" lanciava ai due le chiavi dell'auto ma il cellulare "sequestrato" resta in suo possesso. Questo il racconto delle prime fasi di un fatto che faceva scattare una vera e propria caccia. Con un altro apparecchio telefonico infatti i due studenti riuscivano finalmente a contattare al 112 i Carabinieri (veri)che si mettevano immediatamente sulle piste dei millantatori che si stavano dirigendo a Campo. Due auto coordinate dal comando di Compagnia di Portoferraio, una del Nucleo Radiomobile proveniente da Portoferraio ed una della Stazione campese dopo pochi minuti intercettavano i fuggiaschi sulla Provinciale Anello Occidentale poco prima che giungessero a La Pila e li costringevano a fermarsi. Il "maresciallo" risultava essere in realtà il trentenne romano P.E., pluripregiudicato messo in libertà solo da qualche giorno dal carcere della Capitale poichè aveva fruito dell'indulto. Il conducente dell'auto, che fungeva da aiutante nell'operazione ai danni dei due pisani era invece l'incensurato operaio ventisettenne B.P. anch'esso romano al pari di un terzo giovane che era a bordo al veicolo che però non era stato coinvolto nell'episodio precedente. Dopo gli interrogatori di rito il sedicente maresciallo veniva spedito a respirare aria di casa nel carcere livornese delle Sughere essendogli stata contestato il compimento di una rapina (per il cellulare e le chiavi sottratte) e l'usurpazione di pubblica funzione (per essersi spacciato per Carabiniere), mano più leggera del Magistrato sull'incensurato che dovrà restare agli arresti domiciliari al momento a Marina di Campo in un locale che aveva affittato, anche se a suo carico, oltre gli stessi reati del compare, ne è stato contestato un terzo: la detenzione ingiustificata di un attrezzo atto ad offendere, poichè nel bagagliaio della sua auto i Carabinieri avevano rinvenuto una spranga di ferro di circa 70 cm. Il terzo occupante dell'auto, poichè andare a giro con dei fessi non è, per le vigenti leggi, un reato, è uscito pulito dalla grave vicenda.


auto carabinieri

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