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Nuova alga colonizza i fondali (anche quelli elbani), ma almeno è commestibile

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 18 agosto 2006

In attesa che qualcuno dica che c’era già, e qualcun’altro che devasterà il nostro mare, registriamo la notizia di un nuovo arrivo nei fondali italiani: la Caulerpa racemosa. Si tratta di un’alga molto particolare e che, dicono gli esperti, proviene dalla Tunisia. La domanda è sempre la stessa: è colpa della tropicalizzazione? I biologi sono cauti, ma pare proprio che anche in questo caso la causa sia da ricercarsi nei cambiamenti climatici. Di certo c’è che quest’alga prolifera dove l’acqua è più calda, come ha spiegato Leonardo Tunesi, biologo dell’Icram (Istituto di ricerca sul mare): «Nel nord del Tirreno, come in Toscana e nel mar Ligure dove l’acqua è più fredda, le fronde sono piccole e striscianti, mentre nelle più calde acque di Sicilia e Puglia, le fronde raggiungono anche i 15/20 centimetri, cambiando nettamente il panorama dei fondali. Sulle pareti di roccia di Lampedusa, a 10/12 metri di profondità, si vedono queste lunghe fronde di colore verde acceso muoversi con la corrente». La caratteristica positiva è che non è nociva per l’uomo, che anzi nel Sudest asiatico qualcuno se la mangia di gusto. Ma ovviamente non se ne sa nulla su che tipo di conseguenza avrà per i fondali italiani. Al momento, a pagare dazio alla nuova ‘inquilina’ potrebbe essere un’altra alga, la Cistoseira. Le acque interessate da questo fenomeno sono soprattutto quelle della Puglia, della Sicilia e della Campania, ma anche le coste tirreniche inclusa l’Elba, il Mar Ligure e le Cinque Terre. Inoltre ha fatto la sua comparsa anche in Adriatico, dove sta appunto soppiantando la Cistoseira. Un’alga, quest’ultima. Molto importante perché, come ha spiegato sempre Tunesi, «strutturante, ovvero che crea habitat ricchi di biodiversità». Le caratteristiche della nuova arrivata, «predominante, invasiva e resistente», fanno temere che presto possa davvero modificare i fondali del coste italiane. La domanda, alla fine, nasce spontanea: diventerà un nuovo piatto della nostra cucina, oppure rifiuti da smaltire, non senza difficoltà, una volta arrivati sulle spiagge? Tunesi dà un solo consiglio: se volete mangiarle, per evitare problemi di salute, l’alga deve provenire rigorosamente da acque pulitissime, lontane da reflui o scarichi urbani. Buon appetito… www.greenreport.it


Caulerpa racemosa alga

Caulerpa racemosa alga