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A Sciambere del Tiro Fisso d'alpe e del tombolamerde d'isola

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 15 agosto 2006

Egregio Direttore, tornati all’Elba da depurative vacanze alpestri, ci imbattiamo subito in una feral tenzone tra Lei ed uno degli adepti alla setta dei Tiro Fisso (della quale anche noi facciamo parte e che si va perigliosamente allargando). La troviamo a dipanare un palamito, con esche e sagolini ben ingarbugliati, del quale, assisi in una baita montana nulla sapevamo: da quelle vette dove rombavano i tuoni solo una striscia di cielo blu ci ricordava in lontananza lo scoglio verde. Poi Si torna e si trova ben riposti nella Sua madia telematica interventi assortiti e a volte assorti (alcuni a soreta) e soprattutto un comunicato vergato da PietroPaolo D’Errico che chiede alla Regione Toscana di discutere con la Comunità del Parco (di cui la Regione è autorevole membro non praticante da 10 anni) non il funzionamento asfittico della Comunità medesima, del Piano Socio Economico, ormai putrido come i manoscritti del Mar Morto, o magari dei 5 membri della Comunità medesima da eleggere nel Direttivo del Parco… no, PietroPaolo vuole discutere di chi sarà il nuovo presidente del Parco. E siccome i sindaci elbani non possono appellarsi alla legge italiana, si richiamano alla Costituzione Europea, quella che non vale ancora perché non è stata adottata e i francesi l’hanno bocciata! Intanto, però il PietroPaolo e tutta l’amabile congrega riunitasi in solenne seduta per eleggere i 5 membri del Direttivo (su richiesta ufficiale del Ministro dell’Ambiente) non ufficiano la funzione, venendo meno così alla promessa vergata solennemente sui giornali dal D’Errico solo pochi giorni fa: il PietroPaolo, rispondendo a Legambiente che sollecitava, disse che si sarebbe proceduto immantinente alle nomine non appena il Pecoraro Scanio avesse fatto un fischio. Scherzavamo, hanno detto alla Comunità del Parco, volevamo vedere se il Pecoraro ci credeva! Da Ammazzarsi dalle risate… Ora hanno cambiato idea: vogliono prima sapere chi sarà il nuovo presidente del Parco per prenderlo più comodamente a calci nei denti. Quindi, Egregio Direttore, la situazione è questa: i sindaci elbani uniti come un sol uomo (ma quelli ulivastri come una sola donna ma che ha nome di maschio) rifiutano di comportarsi secondo le norme della legge 394/91 (e successive modifiche) della Repubblica Italiana, rifiutano di adeguarsi alle procedure ed ai tempi previsti dalla legge per l’elezione dei 5 membri che spettano loro nel Direttivo del Parco. Commettono cioè una irregolarità che è speculare a quella del Ministro Matteoli che violò le regole e i tempi della stessa legge per mettere in poltrona il suo amico Barbetti, ma di questo naturalmente nessuno degli scandalizzati di ieri si scandalizza oggi. Per far questo si appellano alla costituzione europea… forse hanno sbagliato: questa è bizantinismo da impero romano d’oriente, in Europa ad amministratori così non fanno nemmeno spazzolare una pista di curling con lo scopettino. Ancorché stremati dalla stesura di un comunicato partorito dopo mesi di meditabondi ponzamenti, i sindaci hanno però provveduto ad eleggere nientepopodimenoche il Vicepresidente della Comunità del Parco, una carica importante almeno quanto un capoclasse dell’asilo, tanto che nessuno si ricorda chi l’abbia mai ricoperta in 10 anni di Parco. Infatti, come si dice, non sono richiesti requisiti, per questo hanno scelto un antiparco (così si continua una tradizione inaugurata con il presidente di transizione D’Errico, che non transita più): il rappresentante di Alleanza Nazionale Fortunato Fortunati, sperando in bene. Ora provi, Egregio Direttore, a fermarsi ed a guardare indietro, ma non tanto, appena dietro l’angolo. Ricorderà che Sindaci e Partiti dell’Olivolì Olivolà elbano menavano grande scandalo perché un uomo di AN era stato nominato Commissario del Parco, rimembrerà anche che tal Mazzantini (una specie di convitato di pietra in tutta questa discussione) fu pesantemente redarguito per aver accettato un lavoro come consulente del Parco perché cosi Barbetti avrebbe potuto, tramite suo, infettare con il morbo di AN la purezza adamantina dell’intero partitone querciaiolo; ricorderà anche che Legambiente fu accusata di connivenza col nemico per aver tenuto rapporti istituzionali con il Commissario del Parco e quindi di essere al servizio di AN… poi questi signori che avevano messo scandalizzati l’anatema su AN, vanno alla Comunità del Parco ed eleggono unanimi, contenti, fieri e freschi come l’acqua un uomo di AN (amicone di Barbetti) a vicepresidente. A proposito di Europa: provi un po’ a spiegarla a un finlandese questa cosa qui! Certo, a parte il nome scaramantico una scusa per l’elezione di Fortunato Fortunati al Parco c’è: di Parco non ci capisce palesemente un tubo e così la tradizione si mantiene e si consolida. Ve li immaginate i nostri Amministratori in delegazione, quando andranno a Firenze a trattare con Martini per la Presidenza e faranno le presentazioni: “I 5 del Direttivo non li abbiamo eletti perché prima vogliamo che lei decida quel che vogliamo noi, però le abbiamo portato a Firenze il nostro vicepresidente che abbiamo eletto di fresco: é un camerata di Barbetti, quello contro cui la Regione ha fatto un tot di ricorsi alla Corte Costituzionale. Se poi non va bene così, ci appelliamo alla Corte di Giustizia Europea e chiamiamo a testimoniare l’Onorevole Bosi e l’exvicepresidentessa Mancuso, piazzata dai compagni all’Autorità Portuale. Noi non siamo mica come quei venduti di Legambiente che collaborano con la Destra, noi ci stiamo proprio insieme!” Perché, vede Egregio Direttore, anche sta volta finirà come da tradizione elbana: quelli di sinistra saranno allontanati e schifati dai sindaci dell’Olivolì Olivolà elbano, quelli di destra saranno fatti accomodare sulle poltroncine istituzionali, perché sennò non è fino, e il Parco finirà nuovamente in mano ad un geologo di fuori, perché quello veramente di fuori è quel che rimane della politica elbana. TIRO FISSO 2 Cari Tiri Fissi Vengo a farvi una proposta o meglio ancora una supplica. Organizzate con tutte le cautele del caso una riunione plenaria, scegliete con carbonara dovizia un luogo riservato meglio se deserto (una sezione dei DS potrebbe andare benissimo se qualcuno di voi ne ha accesso), in modo che là convenuti/e possiate acconciamente discutere ed elaborare una linea comune della Tirofisseria a cui tutti riferirvi sul Parco, sui maiali cignalati da bersaglio, sull’anguille rampichine pomontinche, sui mufloni onnironzicanti di periferia, sui rospi smeraldini grigi, sui pecori sempici indigeni, sugli scarabei stercorari tombolamerde, sui pecorari scani allogeni insomma su tutta la fauna che vi è compresa ben considerando in essa i numerosi esemplari di homo sapiens-insipiens politicus (specie altamente nociva, talvolta perfino ungulata). Tenendo un profilo meno saltabeccante non mi costringerete una volta a fare il pompiere spengendo i vostri eccessivi ardori, l’altra a riconoscere una identità di pensiero, l’altra ancora a dire che più che dei rivoluzionari sembrate chierichetti. Come direbbe il Coluccia: “ Coerenza!” Eccheccazzo!


Moncione 5 branco di mufloni

Moncione 5 branco di mufloni

scarabeo stercorario tombolamerde

scarabeo stercorario tombolamerde