Riteniamo utile intervenire nella querelle di posizioni e criteri per candidature per il Presidente del Parco. A nostro giudizio, diversamente da quanto sentito e letto fino ad oggi, riteniamo che il primo criterio da adottare da parte del centrosinistra, nazionale e locale, è quello di rilanciare il ruolo e la funzione del PNAT, rispettandone, innanzi tutto, “gli scopi istituzionali “ per il quale esso è stato istituito in base a quanto riportato nella Legge 394/91, che invitiamo a rileggersi proprio nell’articolo 1: “La presente legge, in attuazione degli articoli 9 e 32 della Costituzione e nel rispetto degli accordi internazionali, detta principi fondamentali per l'istituzione e la gestione delle aree naturali protette, al fine di garantire e di promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del paese…..” In questi anni di gestione del Centrodestra è stato volutamente e completamente affossato questo ruolo, appiattendo e piegando queste finalità all’inseguimento dei cosiddetti “interessi del territorio”(qualcuno poi ci dovrà dire quali sono questi cosiddetti interessi del territorio da rappresentare). Non a caso il centrodestra, a differenza del primo presidente del centrosinistra, prof. G. Tanelli, ha proposto un proprio uomo politico locale che conosceva e “rappresentava” gli interessi del territorio, perché ex amministratore o meglio, perché fortemente interessato a promuovere la liberalizzazione del territorio da vincoli e da tutele istituite dal Parco, mal sopportate da certe categorie e gruppi economici che imperversano sul territorio Elbano. Il centrosinistra deve quindi avanzare candidature che corrispondano alle finalità istitutive della legge e che operino con un mandato chiaro, legato appunto a queste finalità. Ci sembra invece che certe forze del centrosinistra locale quando innalzano la bandiera della “rappresentanza degli interessi del territorio”, o dell’Elbanità, o del “calato dall’alto e imposto” nascondano aspirazioni per proprie posizioni di visibilità e di potere o peggio, riecheggino i vecchi slogan degli antiparco. Invitiamo queste forze a non commettere l’errore di contrapporre gli interessi del territorio contro gli interessi generali e universali che presiedono alla istituzione del Parco, pensando forse di far intravedere in ciò, a livello locale, una disponibilità ad “addomesticare” gli scopi “troppo forti” del Parco. E’un modo di fare politica e d’intenderla sbagliato ed è un gioco pericoloso che alimenta demagogicamente le posizioni locali di contrapposizione alla realtà del Parco. Non si ripercorra l’errore fatto inizialmente nel ’96, da forze del centrosinistra locale, di promettere demagogicamente a settori degli antiparco o ai cacciatori modifiche della legge e/o del perimetro attraverso iniziative di legge, ordini consiliari e ricorsi al Tar, che ebbero l’unico effetto di aprire il varco alla vittoria del Centrodestra sul territorio Elbano ed affossare per 5 anni l’Ente. Per le candidature riteniamo che il MM. dell’Ambiente, la Regione e gli Enti locali elbani, specie se condotti dal centrosinistra, debbano condurre una battaglia per affermare queste finalità ed i criteri che la stessa legge sancisce: Un Presidente, quale rappresentante dell’Istituzione Parco e delle sue finalità di tutela e conservazione dell’ambiente naturale e pertanto con competenze e titoli adeguati, (come del resto lo era il prof. Tanelli), libero quindi da interessi politici e beghe “locali”. Una Comunità del parco ed un suo Presidente ai quali organi la legge affida appunto il compito di rappresentare i cosiddetti “interessi del territorio” attraverso lo strumento del Piano di sviluppo socioeconomico. E’in questa sede che le istituzioni, locali e non, gli amministratori legati al territorio possono essere portatori all’interno della pianificazione degli obbiettivi locali. Infine il Direttivo, quale organo di governo dell’Ente, che raccoglie sia le rappresentanze delle associazioni, di istituzioni ed enti legate, per competenza e professionalità, alle finalità della legge, sia della Comunità che avrà quindi, con ben 5 propri rappresentanti, la possibilità di incidere nelle stesse scelte di governo dell’ente Parco. Sui rappresentanti della Comunità nel Direttivo potrebbero essere usati criteri di scelta che riconducano ad importanti “emergenze” del territorio Elbano, ai loro enti e associazioni di rappresentanza: la valorizzazione delle aree delle ex miniere, la salvaguardia degli arenili e gli specchi d’acqua antistanti, l’agricoltura e le produzioni tipiche locali, la salvaguardia della fauna e della flora locale: tutte situazione che in questi ultimi anni stanno subendo situazione di scarsa valorizzazione se non di degrado. Auspichiamo una maggiore unità e coerenza delle forze del centrosinistra e ambientaliste Elbane e per questo ci rendiamo disponibili ad incontrarci per assumere posizioni di sostegno e coerenti con l’obbiettivo di un rilancio delle finalità del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
spiaggia degli acquarilli