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Da un diportista avvertito

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 11 agosto 2006

A proposito delle cacche bagnaiesi e senza che questo debba diventare un “ argomento di merda” , ci preme fare alcune considerazioni. Noi che siamo amanti del mare ed anche della diportistica, sappiamo, da modestissimi addetti ai lavori, come funziona, a bordo di imbarcazioni, il sistema di scarico del prodotto ultimo della digestione e del drenaggio renale. Dopo brevi o sofferti minuti di esercizi muscolari, tutto passa alla meccanica. Scarico elettrico o manuale spingono il “prodotto ultimo”, in genere ridotto ai minimi termini, per opera del sistema di pompaggio, fuori dall’imbarcazione. All’esterno, ad accoglierlo, non ci sono vasche Imoff (recipienti monoblocco che rappresentano il primo stadio di depurazione primaria per acque e prodotti di scarico previsto dalle leggi vigenti) ma acque limpide, pesci ignari, e bagnanti inconsapevoli. Certamente al traverso di Punta Polveraia, di Capo della Vite o di Punta dei Ripalti sarà pur lecito “scaricare” senza “dovè schiantà”. Ma non a Fetovaia, a Cavo, a Cala delle Alghe, nella Rada di Portoferraio, nel piccolo Golfo di Ortano, nella stretta insenatura di Mola, nel Golfo di Procchio. In queste bellissime località balneari, sostano ogni giorno decine di imbarcazioni, di Sceicchi, di Sciur o di morti di fame come noi che alla fine di lauti o modesti pasti hanno in comune almeno, se non la “barca” , la ciambella su cui sedersi. Tutto questo, purtroppo, avviene ad una trascurabile distanza dalla costa e di fronte a centinaia di cittadini che ignari cercano refrigerio in quelle chiare e fresche acque. Accogliamo l’appello di Elbareport per una limitazione alla sosta o addirittura divieto in aree marine prossime alle spiagge (non solo nella la Rada di Portoferraio) senza le dovute garanzie di igiene e sicurezza.


ghiaie mare

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