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A Sciambere del lungo pippettone sul Presidente del Parco (torna!)

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 11 agosto 2006

Egregio Direttore, la ringrazio per l' ospitalità e la risposta alla mia sul PNAT; mi consenta però di mitigare la sua affermazione finale che la proposta quale presidente dell' ambientalista geologo Mario Tozzi, avanzata dal Ministro, sia "senza capo nè culo". Sicuramente è una figura competente; l'importante è quindi che garantisca una presenza negli uffici del Parco sufficiente a permettergli di esprimere tali capacità per una maggiore protezione e valorizzazione della irripetibile natura dell' Arcipelago; assieme ad un direttore ed ad un consiglio direttivo motivati e capaci, il Parco potrebbe riuscire a decollare assecondando, nella propria autonomia e in rete con le altre istituzioni locali, la tendenza positiva che hanno le aree protette in termini di attrattività turistica. La discussione se il nuovo presidente debba essere nostrale o meno è di lana caprina se rimuove la conditio essenziale: indigeno o foresto deve comunque conoscere molto bene la materia che deve sviluppare: non vi possono essere persone buone per tutte le stagioni. La proposta di alcune amministrazioni comunali, di avere come presidente del PNAT qualcuno " rappresentativo della realtà insulare" risulta infatti debole perchè non punta esplicitamente su una personalità locale che, oltre a conoscere bene il territorio, sia 'competitiva' sul piano della comprovata cultura ambientale (che è la ratio dei parchi) con una proposta forte come quella di Tozzi. Questa/queste persone ci sarebbero anche all' Elba ma ancora una volta la politica locale, sia essa quella amministrativa che quella dei partiti, si è posta, con poche eccezioni, a ragionare di presidente del parco con lo stesso approccio culturale che avrebbe avuto discutendo del presidente dell' ordine dei geometri. Lo scenario che si prefigura è quindi quello di un confronto tra proposte ministeriali e regionali nel quale sembrano ai margini gli Enti locali dell' Elba/Arcipelago per propria incapacità a individuare il cavallino giusto da metter in questa corsa assieme ad altri cavalli di razza. Tiro Fisso n. 3,5 Facciamo: così lei mitiga, e io rilancio, la proposta Tozzi non solo è senza capo né culo ma mi pare pure un poco offensiva per l'intelligenza di coloro che hanno la ventura di dimorare da questa parte del canale, e mi conferma le peggiori impressioni che mi ero già fatto del personaggio che l'ha avanzata, che mi pare abbia iniziato a gestire il Ministero dell'ambiente come una sorta di satrapia, in ciò non facendo notare soluzione alcuna di continuità col predecessore, eia eia alalà. Lei teoricamente ha ragione: Tozzi è competente (e chi lo discute?) se troverà il tempo di fare il Presidente lo fara bene. "Un ragionamento che non fa una messa in piega - avrebbe detto mia nonna, che però avrebbe anche condito - ma se fossimo e se avessimo era il patrimonio dei coglioni". Ciò per chiederle, risponda in piena coscienza, ma perché mai il Tozzi dovrebbe sottrarre tanto tempo ai suoi studi, ai suoi impegni accademici, soprattutto al suo lucrosissimo zappettare e zampettare in televisiva nazionale cam con il dinosauro virtuale? Lo farebbe, parafrasando Guccini "per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi" che può assicurare la Presidenza del PNAT? Il suo timore (e la mia certezza) è che quando andasse bene, Tozzi sarebbe un "presidente del lunedì" correlato alla realtà sociale e culturale dell'arcipelago né più né menp che un UFO, e non mitigherebbe il tutto il fatto di avere un direttore come Nino Martino (cosa anche questa già decisa nella satrapia verde romana tra un parere del nuovo Richelieu dell'ambiente Benedetto e un vol au vent) che l'arcipelago lo conosce. I Direttori devono fare i direttori i presidenti i presidenti. Creda, questo indifendibile ministro che minaccia di mandarci tante "belle avulse tope" tanti "testimonial" a dirigere i Parchi di Toscana: Tozzi al PNAT, il giornalista (prestigioso ma che minchia ci azzecca?) Valentini a commissariare le Foreste Casentinesi, contese tra querciaroli e mergheriti, questo pecoraro finiranno per difenderlo (forse)solo per carità di patria i Verdi (e ripetiamo se fossimo nelle mutande di quelli locali, che si tacciono, avremmo già preso un cinque miglia di distanza da ministro e codazzo). Veniamo alla seconda parte del suo ragionamento, quella più condivisibile che sintetizzo partendo ancora da Confucio (in taluni anni contrabbandato come Mao Dze Dong): "non importa di che colore è il gatto basta che acchiappi i topi". Atteso cioè che non mi farebbe schifo e non troverei scandalosa una nomina di un "esterno" (purché realmente competente e capace di impegnarsi un giorno sì e l'altro anche per il Parco), se vogliamo ragionare di intelligenze prodotte dal territorio (e rispetto dei dettami legislativi, quanto a competenze) guardi che scherzetto ha giocato la sorte a coloro che son pronti a dire " ..in mancanza di meglio io mi sobbarco ..." Già, guarda caso l'Elba ha prodotto due persone che più diverse non si può, ma che hanno in comune l'assolvimento a livello nazionale di (ancora diverse) importantissime funzioni nel campo della conservazione ambientale: uno è il responsabile delle politiche insulari della più prestigiosa sigla ambientalista nazionale, l'altro è uno studioso che ha diretto le strutture formative del C.F.S., uno è proprio di sinistra, l'altro è proprio di destra: entrambi (Umberto Mazzantini e il Generale Silvano Landi) sarebbero enormemente più adatti ad essere il presidente del PNAT di tutti coloro che ufficiosamente o ufficialmente abbiamo finora sentito nominare. Ma essere i più adatti in quest'isola non è necessariamente visto come una virtù. Comunque vada speriamo che la rinfrescata porti consiglio a tutti (in primis al ministro) e che con il più largo consenso istituzionale e sociale possibile si doti il PNAT del miglior presidente possibile. Ed a proposito di destra e di sinistra notiamo con piacere il superamento degli steccati sancito dall'elezione (unanime) di Fortunati (A.N.) a vicepresidente, anche se, con il presidente D'Errico che per sua ammissione a sinistra ci mette solo la punta del piedino, l'accoppiata ci pare sbilanci (a destra) la Comunità del Parco. Ci fa piacere che gli stessi che crocifiggevano Mazzantini reo di un presunto "collaborazionismo" con il commissario matteoliano siano giunti ad indicare un esponente di A.N. come vicepresidente. "The Times They Are A-Changing" cantava Bob Dylan


tramonto gentini capanne

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