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Considerazioni intorno al 25 aprile

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 26 aprile 2003

Con il più piccolo dei due miei figlioli sono andato, come ogni anno quando posso, alla manifestazione del 25 Aprile. C’erano le autorità civili e militari, le Associazioni combattentistiche e d’arma, la Filarmonica cittadina, poche famiglie portoferraiesi, qualche turista e nessuna scolaresca. Dopo aver ascoltato, apprezzandolo per onestà intellettuale, il discorso del Sindaco ed il ricordo dello scomparso Athos Caprilli fatto da un ex- combattente in congedo, ho pensato un po’ a questi giorni che hanno preceduto questo 25 Aprile. Il nostro Presidente del Consiglio, dopo aver detto qualche giorno fa che la Costituzione italiana, alla quale fra l’altro ha giurato già un paio di volte fedeltà, è “bolscevica” (quel sant’omo di De Gasperi si rivolterà nella tomba), ha pensato bene ancora una volta di non partecipare, in questa giornata, ad alcuna manifestazione ufficiale. Il suo portavoce Bondi, fino al 1991 Sindaco diessino di Fivizzano, ha detto che la causa delle stragi nazifasciste del 1943 – 1945, Marzabotto in primis, si deve ricercare nell’operato delle brigate partigiane. Baget-Bozzo ed altri, come diresti te caro Sergio, torzoli della Lega Nord, pensano di cancellare il 25 Aprile dal calendario civile. Le scuole fanno festa e sono chiuse, ma i nostri studenti sono totalmente all’oscuro di cosa si debba oggi celebrare o festeggiare; tranne rarissimi casi l’argomento, la materia “liberazione”, non viene affrontata durante la loro vita scolastica. Alla celebrazione portoferraiese ho anche notato, con tristezza, l’assenza di quei partiti politici, ma anche di quei movimenti ed associazioni, che mi erano sembrati “in salute” recentemente, durante l’assemblea cittadina del 5 aprile scorso, nella sala della Provincia. Peccato perché penso che, da questa giornata, si dovrebbe trarre motivo di orgoglio e vanto, dimostrando nel contempo gratitudine ai tanti che spesero le loro giovani vite per darci un’esistenza più libera e serena, fatta anche di battaglie politiche a cui tutti possono partecipare solo con l’arma della forza delle proprie idee.


Sandro Pertini

Sandro Pertini