Evidentemente qualcuno l’abbiamo fatto incazzare sul serio. Lo desumiamo dal fatto che abbiamo trovato su una casella personale un sintetico messaggio da fonte, è persino inutile aggiungerlo, rigidamente anonima. Il testo era il seguente: “V I P U R G H E R E M O”. Visto che l’indirizzo presso il quale abbiamo ricevuto il simpatico motto è noto ma non pubblico, abbiamo pensato sulle prime ad uno scherzo di qualcuno dei nostri conoscenti, ma poi notando la coincidenza con il 25 Aprile ci siamo detti che forse non trattavasi di simulazione d’idiozia ma di autentica imbecillità. Facendo questo mestiere da anni 30 e giorni 15 abbiamo imparato a mettere nel conto le lettere anonime e la loro proiezione tecnologica (telefonate e mail) ed a dargli l’esatto valore che meritano: “minus quam merdam” per usare un comparativo latino, così come abbiamo imparato a non preoccuparci più di tanto memori di quanto usava ripetere un nostro amico “del mestiere”: “Bisogna aver paura dei mafiosi che sparano pallottole, mica di quelli che sparano cazzate..”. La tentazione era quella di mettere nel dimenticatoio o al massimo citare “en passant” la cosa qui, cazzeggiando su questa caricatura di minaccia e al limite guarnendola del commento: “Lavoro inutile amico mio, ci pensa già da anni la colite!” Poi però ci abbiamo ripensato e ci siamo domandati in quale brodo di coltura può svilupparsi la pretesa di offendere e il sogno di impaurire di un cotale brodo di dado. Ci è tornato a mente allora un atto di estrema gravità: il messaggio politico mandato agli italiani da quella fava tonchiata che i medesimi si son scelti democraticamente come presidente del consiglio “per il ponte del 25 Aprile me ne vado in villa” con quella specie di spiritosaggine a guarnire “mi fa male la mano sinistra”. Non solo uno sgarbo al Presidente della Repubblica, ma anche una incolta, rozza, strafottente sottovalutazione della storia del nostro paese e dei suoi valori. Ed abbiamo ripensato ad un titolo del Manifesto di molti anni fa che annunciava una forte avanzata della sinistra: “Non moriremo democristiani”. Di fronte a tanta miseria culturale ed umana ci scapperebbe un “Era meglio morire democristiani”