Il Comando Compagnia Guardia di Finanza di Portoferraio ha concluso nei giorni scorsi due importanti verifiche fiscali compiute anche attraverso accurati accertamenti bancari, controlli incrociati ed invio di questionari nei confronti di due società elbane operanti nel settore della compravendita di autoveicoli. L’operazione denominata “procura a vendere” in relazione ad uno dei metodi di evasioni scoperto ha permesso di constatare che le due società verificate avevano sottratto complessivamente al fisco un imponibile pari a € 1.798.089,00 ai fini delle imposte dirette nonché ulteriori € 295.139,oo. di Iva relativa ed € 145.445,00 di Iva dovuta. Una delle due società coinvolte è, quindi, risultata essere evasore paratotale poiché aveva sottratto al fisco più della metà di quanto formalmente aveva dichiarato. La citata evasione fiscale ha portato alla denuncia dei responsabili legali delle società interessate alla Procura della Repubblica di Livorno per violazione alla legge n. 74/2000 (concernente la nuova disciplina dei reati in materia di II.DD. e IVA) poiché nel caso di specie sono risultate superate le soglie di punibilità previste dall’articolo 4 della citata disposizione. Le frodi al fisco scoperte erano poste in essere ricorrendo alla sottofatturazione del reale prezzo di vendita degli autoveicoli acquistati che almeno per la parte di corrispettivo eccedente le fatture emesse erano pagati normalmente in contanti dai clienti ai quali spesso non veniva consegnata altresì la citata fattura. Altro sistema evasivo scoperto era perpetrato attraverso la cessione di autoveicoli usati mediante una “procura a vendere” stipulata tra il vecchio proprietario dell’autoveicolo e le società verificate. All’atto della successiva vendita dell’automezzo queste ultime società nascondevano al fisco l’utile derivante dalla differenza tra la valutazione data dalle stesse all’autoveicolo all’atto della stipula della citata procura con il vecchio proprietario rispetto al diverso prezzo che le medesime in realtà praticavano al nuovo acquirente senza che il vecchio proprietario fosse a conoscenza dell’ulteriore speculazione effettuata sulla procura a vendere in esenzione d’imposta. L’attività effettuata ha, inoltre, permesso di segnalare al competente Ministero dell’Economia e delle Finanze ed all’U.I.C. (Ufficio Italiano Cambi) transazioni irregolari per un ammontare complessivo pari a circa € 265.000,00. Infatti, molti pagamenti di importi anche superiori ai 12.500 erano effettuati, contrariamente a quanto previsto dalla legge 197/1991 (c.d. legge antiriciclaggio), in contanti allo scopo di rendere meno visibile l’evasione delle imposte perpetrata poiché tale mezzo di pagamento non consente di ricollegare immediatamente il denaro stesso alle operazioni commerciali da cui proviene. Ulteriori violazioni relative sono state contestate in relazione del mancato rispetto delle prescrizioni dettate dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica sicurezza in relazione al commercio di autoveicoli usati.
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