Luigi Pieri, il segretario dei socialisti democratici (Sdi) elbani, chiede al sindaco di Portoferraio di fare un ultimo tentativo, perchè nasca una proposta unitaria, autenticamente elbana., per la nomina del presidente del parco. Entra lo Sdi elbano, nel dibattito in corso sui media e afferma: "L'Elba deve essere capace di proporre una rosa di nomi con un accordo tra destra e sinistra, altrimenti giochi di Palazzo caleranno una nomina dall'alto". Catalina Schezzini proposta dai sindaci di centro sinistra, Tozzi dal ministero dell'ambiente, Mazzantini da Legambiente e Frontera dal sindaco Martini, queste le candidature principali emerse e voci di corridoio vedono in pole il livornese. Nei prossimi giorni conosceremo il nome del nuovo presidente del Parco, quale la posizione dello Sdi? "Fortemente critica. Alla fine i giochi di Palazzo- commenta Pieri- non terranno conto delle esigenze dell'Elba e degli Elbani e quindi sarà l'ennesima occasione mancata. Le divisioni, la mancanza di dialogo che ormai caratterizza la politica, in particolare all'Elba, favoriranno una scelta calata dall'alto". Ma è stato fatto qualcosa per evitare tale conclusione? "Ritengo proprio di no- ribadisce il rappresentante del Garofano nel Pugno- La cosa più logica era che i sindaci dell'Elba, tutti, di destra e di sinistra, concordassero una rosa di nominativi da sottoporre alla Regione ed al Ministro, fissando dei paletti precisi". Quali le caratteristiche del nuovo presidente? "Capace, legato al territorio, eletto attualmente o in passato a cariche amministrative di rilievo. Questi potevano essere alcune caratteristiche dalle quali far nascere una proposta dei Sindaci Elbani alla Regione ed al Ministro. Fornire un unico nominativo, per quanto valido e meritevole come Catalina Schezzini, sapendo già che la Regione non gradisce un sindaco in carica, significa in pratica favorire la nomina di un personaggio esterno. Il tempo forse c'è ancora, sia il Sindaco di Portoferraio a prendere questa iniziativa". (a.t) Ci permettiamo un commento alle dichiarazioni di Pieri, a partire da una evidente incomprensione: l’ipotesi delle presidenza Frontera (che trova sostenitori anche all’Elba) l’ha avanzata il Presidente della Regione Toscana Claudio Martini e non il Sindaco di Marciana Marina Giovanni Martini. Inoltre la “candidatura” di Umberto Mazzantini alla guida del PNAT (come chiarito ad Elbareport lo stesso dirigente nazionale di Legambiente di origini marinesi) attribuita nello scritto del Segretario socialista alla associazione del Cigno Verde, deve essere considerata solo una considerazione personale (estemporanea ed inopportuna pure se espressa in buona fede) del presidente del circolo locale (che peraltro non ha mai discusso la questione). Le associazioni ambientaliste restando allo spirito della legge non possono e soprattutto non debbono avanzare candidature circa le Presidenze. E’ vero che Umberto Mazzantini è l’ecologista di maggiore competenza multidisciplinare, capacità politica e riconosciuto prestigio “prodotto” dal territorio (non casualmente la più importante associazione ambientalista italiana gli ha affidato la responsabilità delle sue scelte verso tutte le isole minori d’Italia e quella dei problemi “insulari” europei) , ma la sua eventuale candidatura potrebbe essere sollecitata (come può essere anche accaduto) e formulata solo in ambito istituzionalmente corretto. Ricordiamo infatti che soggetti istituzionali che la 394 individua come attori di questo processo sono il Ministero e la Regione (che può decidere di ascoltare gli enti territoriali ed altre espressioni della società ma alla quale resta il compito di concordare la nomina col ministero). Certo, auspicare una “concordia elbana bipartizan” sulla formulazione di una candidatura (regionale) è positivo, ma sono inaccettabili (e francamente anche un po’ risibili) le “caratteristiche” indicate da Pieri per il suo “presidente ideale”. Cosa diavolo significa: "Capace, legato al territorio, eletto attualmente o in passato a cariche amministrative di rilievo”? Per legge il presidente del PNAT dovrà essere ben altro e ben oltre che un buon amministratore; forse l’amico del PSDI è reduce da una lettura un poco saltabeccante della normativa e confonde la figura del Presidente della Comunità del Parco con quella del Presidente del Parco, il quale non deve solo “conoscere il territorio” ma avere anche un profilo alto quanto a conoscenza delle tematiche ambientali (biodiversità, etologia e altre simili bazzecole) caratteristica su cui Pieri ed altri glissano bellamente. Un presidente di un parco che non sappia di ambiente avrebbe senso quanto un direttore di un museo pittorico non vedente o un concertista di pianoforte monco. Una lettura della 394 (anche in edizione Bignami se esiste) è urgente, e non solo, ripetiamo, per Pieri.
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