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Il recupero del relitto dello yacht bruciato e naufragato alla Padulella

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 06 agosto 2006

Sono iniziate al mattino di sabato 5 agosto, nel tratto di mare sotto la scogliera che chiude ad ovest la spiaggia della Padulella le operazioni di recupero del relitto dello yacht Jepelé 7, naufragato sulla costa portoferraiese mercoledì sera dopo il violento incendio scoppiato a bordo. Le operazioni si sono svolte sotto il coordinamento ed il costante controllo della Capitaneria di Porto di Portoferraio sono state condotte con l'ausilio di una grossa gru posta sopra un pontone, da personale della Società Sales e da una squadra di sommozzatori dei Vigili del Fuoco. Come era stato annunciato dopo il "summit" in Capitaneria nel quale era stato definito il programma di recupero, sperando che la chiglia della imbarcazione "tenesse" si è provato in una prima fase a recuperare l'imbarcazione intera, una volta che i sommozzatori dei Pompieri l'avevano imbracata sott'acqua, e dopo che l'intera specchio di mare ove si compiva il recupero era stato circoscritto con delle panne galleggianti per evitare la dispersione di altri materiali oleosi inquinanti oltre quelli fuorusciti dallo scafo negli scorsi giorni. Purtroppo pero quando sembrava quasi fatta, come è ben documentato dalla foto in verticale, il relitto già portato in superfice e parzialmente sollevato si è spezzato sotto il proprio peso in tre tronconi. Il lavoro a quel punto è stato sono ripreso da capo, e per prima, come documentato dalla seconda immagine, è stata issata sul pontone, dopo essere stata imbracata dai sommozzatori, la parte poppiera dello yacht affondato. Questa prima fase del recupero terminava a fine mattinata. Nel pomeriggio sono stati recuperati gli altri due tronconi del natante rimasti in mare. Successivamente ad un'altra ispezione del fondale eseguita dai sommozzatori dei Vigili del Fuoco la gru montava una grossa benna con la quale è stato prelevato dal fondo una parte del materiale che vi si era riversato al momento in cui la struttura di cui si tentava il recupero intera, era collassata spezzandosi. Intanto venivano prelevati dall'acqua e portati a bordo del pontone anche alcuni sacchi di resine e legni carbonizzati che erano venuti a galla all'interno del perimetro di mare circoscritto dalle panne. Poco dopo le 17 il pontone terminato il recupero del "grosso" dei rottami salpava l'ancoraggio e iniziava a scostarsi dalla Padulella per dirigersi verso i cantieri Esaom dove il relitto resterà in custodia giudiziale. Le operazioni (che pare siano costate 11.000 euro) si sono chiuse appena in tempo sulla costa ha iniziato infatti a spirare un vento di ponente che non avrebbe certo agevolato le operazioni. Resta sul fondale una quantità di materiale minuto che necessiterà con tutta probabilità di una bonifica più "fine". Ovviamente la rimozione del relitto ha messo in circolazione una certa quantità di idrocarburi, che hanno anche saltato le panne, iridescenze delle acque si notavano diffuse nelle acque antistanti il tratto di costa tra Capo Bianco e la Cala dei Frati, anche se la quantità di oli in sospensione non dovrebbe essere moltissima.


Recupero Yacht  1

Recupero Yacht 1

recupero yacht 2

recupero yacht 2

Recupero Yacht 3

Recupero Yacht 3

recupero yacht  1 a

recupero yacht 1 a

Recupero Yacht  5  inquinamento

Recupero Yacht 5 inquinamento