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La Toscana quinta per gli abusi del mare

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 05 agosto 2006

Con 1347 infrazioni accertate, ossia 2,24 infrazioni per km di costa, 238 persone denunciate o arrestate e 158 sequestri effettuati, la Toscana si posiziona al quinto posto, dopo le regioni a tradizionale presenza mafiosa, nella classifica generale del mare illegale presente nel dossier Mare Monstrum 2006, l’annuale rapporto di Legambiente sulle illegalità ambientali compiute in mare e lungo le coste. A scattare la fotografia sugli illeciti perpetrati nel 2005, a danno del territorio toscano è Goletta Verde di Legambiente, la storica campagna di Legambiente realizzata con il contributo di Vodafone e Italgest, durante la sua tappa all’Isola d’Elba. Aumentano significativamente gli illeciti relativi al Codice della navigazione accertati dalle Forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, che fanno conquistare alla Toscana un poco onorevole terzo posto nella classifica delle illegalità del popolo dei naviganti, passando dalle 442 infrazioni denunciate nel 2004 alle 755 del 2005. Continua la corsa al mattone selvaggio (la Toscana è al sesto posto), con 220 infrazioni accertate, 151 persone denunciate o arrestate, 88 sequestri effettuati. Il problema dell’abusivismo, insieme alla cementificazione degli alvei fluviali e ai prelievi di sabbia per l’edilizia, finisce per aggravare il fenomeno dell’erosione costiera, che in Toscana interessa il 38,7% del litorale. Situazione critica in Toscana anche per quanto riguarda la depurazione delle acque reflue, che si attesta al 66,6% (la media nazionale è pari al 74,8%”) e influenza fortemente lo stato di salute dei fiumi e delle acque marine prospicienti. Al 2003 lo stato ecologico dei corsi d’acqua per il 16% era sotto la sufficienza. “C’è ancora molto da fare – ha commentato Santo Grammatico, portavoce nazionale Goletta Verde - per raggiungere un buon livello di rispetto della costa e del mare. E ci dispiace constatare che i primi a non rispettare l’ambiente marino sono proprio coloro che ne fruiscono, come dimostra il preoccupante aumento delle infrazioni al Codice della navigazione e gli scempi edilizi perpetrati sulla costa. Caso emblematico di questa cementificazione – ha concluso Grammatico - senza regole è proprio l’isola d’Elba, cuore del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano ”. Fra le numerose storie di abusi e scempi lungo la costa Toscana numerosi sarebbero i casi da citare, tra i quali: La vicenda del Porto di S. Vincenzo (Li), il paese delle seconde case, tutte o quasi abusive, dove a causa della costante cementificazione delle coste e dei numerosi scempi urbanistici, la vivibilità risulta significativamente ridotta. Esempio emblematico quello del porto di S. Vincenzo il cui ampliamento ha comportato un elevatissimo impatto ambientale comportando, tra l’altro, la cementificazione di oltre 1 km di spiaggia, andando a occupare sostanzialmente le uniche spiagge del litorale rimaste libere. Il caso della tenuta di Rimigliano, un’area di straordinario valore paesaggistico e ambientale nel perimetro di quello che doveva essere il Parco di Rimigliano e che al momento invece è minacciata da mastodontiche speculazioni edilizie. Le colate di cemento non risparmiano nemmeno le Isole del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. All'Elba, infatti, si allunga la lista degli ecomostri andando ad arricchire di un nuovo capitolo la vicenda di "Elbopoli", una miscela di mazzette, corruzione e cemento selvaggio. C'è ad esempio l'abusivismo sulla costa e sul demanio e la voglia di fare altre migliaia di metri nella zona di Capo d'Arco, nel Comune di Rio Marina e di Marciana dove continua a svettare l'ecomostro di Procchio. Altro caso è il comune di Capoliveri, la cementopoli del Tirreno, dove nel mese di ottobre del 2005 sono scattati ben 12 avvisi di garanzia per un’indagine relativa ad alcune concessioni edilizie. L’inchiesta ha interessato 62 appartamenti in località Lacona sul mare e Pino, a ridosso del centro storico di Capoliveri. L’ipotesi degli investigatori è che alle due cooperative siano stati rilasciati permessi di edificazione senza aver verificato l’effettivo possesso dei requisiti di legge. A Giannutri a fare bella mostra di sé da oltre 10 anni è nell'insenatura dello Spalmatoio l’ecomostro rappresentato da circa 11.000 metri cubi di fatiscenti immobili in cemento armato. “Il problema dell’abusivismo – dichiara Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana - e degli illeciti nelle aree protette, soprattutto nell’Area del Parco Regionale Migliarino S. Rossore, Massaciuccoli e nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, si conferma una delle piaghe della nostra Regione, come dimostrato nel rapporto Ecomafia 2006 di Legambiente dove nella classifica delle Regioni più colpite (elaborata questa volta in base ai dati del triennio 2003-2005 forniti dal Corpo forestale dello Stato) la Toscana figura al secondo posto con 176 casi di abusivismo. La Toscana – continua Baronti - è anche al centro di traffici illeciti di rifiuti. Dall’entrata in vigore, nel febbraio del 2001, dell’art.53 bis del d. lgs 22/1997, che punisce l’attività di organizzazione di traffico illecito di rifiuti, in Italia sono state compiute 59 inchieste di cui ben 21 hanno coinvolto la Toscana. Pertanto – conclude Baronti - noi di Legambiente rinnoviamo il nostro impegno e la collaborazione con le Forze dell’ordine per combattere la cementificazione selvaggia, l’abusivismo edilizio e sradicare i traffici illecito di rifiuti. Inoltre rilanciamo il nostro appello per far partire immediatamente l’iter per l’introduzione nel codice penale del delitto ambientale, segnale forte e necessario all’illegalità diffusa registrata negli ultimi anni”.


goletta verde striscione

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