A Siena quando è tempo di palio, come ora, nelle contrade si studiano strategie, alleanze, colpi bassi per gli avversari e si guarda con cura maniacale alla scelta dei cavalli. Si sa, un cavallo esperto, di ottima costituzione, fa ben sperare di riuscire a portarsi a casa il prezioso “cencio” dopo la concitata e aspra “carriera” nella piazza, che è dominata dalla austera torre del “Mangia”. E sarà uno solo a vincere: gli altri tutti a bocca asciutta. Anche all’Elba è tempo di Palio. Non c’è un “cencio” da conquistare, ma c’è qualcosa che non è meno ambito perchè rappresenta un traguardo particolarmente appetibile e desiderato: si tratta della poltrona di presidente dell’Ente Parco dell’Arcipelago Toscano. E allora ci si prepara alla “carriera”, fervono i preparativi, gli incontri, si impostano strategie. In sostanza si tenta di allineare alla partenza i cavalli, di rinserrarli nello spazio ristretto fra i “canapi”. Ma guardiamoli quei cavalli: non ci sono purosangue, o mezzo sangue, come si dice a Siena. Ci sono solo vecchi e usurati ronzini, brocchi, diremmo, o puledre che scalpitano nervose sempre pronte a mettersi in mostra, mentre nell’ombra, alle loro spalle, vecchi e marpioni ronzini guatano la situazione sperando in qualche varco fortunato per inserirsi nella partenza. Come andrà a finire? Chi arriverà prima al traguardo? E’ sperabile che nell’interesse del Parco e dell’Isola d’Elba nessuno di questa vecchia e usurata compagnia possa riuscirvi. Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano richiede di essere rappresentato da qualcuno che sia fuori dai logori giochetti politici locali e provinciali, che abbia competenza scientifica e una affidabile immagine da proporre. Martini, si dice, non vuole sindaci o amministratori. Pecoraio Scanio indica Tozzi. Forse la speranza di allineare il cavallo giusto questa volta c’è. Ci sia almeno concesso di cullarci in questa speranza.
rio elba panorama dal volterraio