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La serata del premio “La Tore” a Federico Moccia

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 28 luglio 2006

Un nuovo premio letterario dal titolo curioso: “ La Tore” con una erre sola, come viene pronunciata all’Elba. La “tore” al tempo stesso è l’emblema di Marciana Marina e il logo creato dalla Libreria Rigola per la rassegna “Incontro sotto le stelle con l’autore e il suo libro”, nel quale viene inserita la prima edizione di questo premio, assegnato a Federico Moccia per il libro “Ho voglia di te”, edito da Feltrinelli. La serata è stata condotta dalla giornalista Michela Gargiulo che ha cercato di spiegare il “fenomeno Moccia”, l’autore più amato dalle nuove generazioni, ma non solo. Tante le ragazze in fila, minigonna e sguardi sognanti, che hanno assediato lo scrittore e hanno voluto l’autografo sui due libri più famosi “Tre metri sopra il cielo”, diventato anche un film di successo del regista Luca Lucini presente sul palco e, appunto, “Ho voglia di te”, che è la continuazione della storia di Step, famoso per le risse e il romanticismo, un violento “per giusta causa” con tanti problemi irrisolti. La storia di Step con la viziata Babi, come la definisce lo stesso Moccia, fa posto alla storia con Gin, molto più vera e decisamente originale. La scritta d’amore al ponte Milvio diventa un ricordo e si fa posto il sentimento per Gin, passando attraverso le crisi dei protagonisti e delle loro famiglie, messe costantemente in discussione. Il professore Mario Rizzardi, docente di psicologia dello sviluppo e di psicologia sociale all’Università di Urbino, ha messo in luce i problemi esistenziali e le fragilità del periodo adolescenziale prendendo anche lo spunto da un video della casa cinematografica “Cow&Boys”, proiettato durante la serata con interviste ad alcuni ragazzi del posto. Ne è venuto fuori un grande senso di libertà che i ragazzi pretendono, si è parlato delle follie d’amore, del rapporto con i genitori e dell’immedesimazione con i personaggi del libro. Alla fine, ha ribadito Moccia, ciascuno trova nei personaggi e nelle storie narrate un po’ della propria esperienza personale, sia dal punto di vista dei figli che dei genitori, e forse è per questo che i suoi libri fanno così discutere. Comunque sia, resta il valore letterario di personaggi con una forte personalità, difficili da dimenticare e la sorpresa di un trama avvincente che fa presupporre nel finale non concluso la possibilità di un seguito della storia del mitico Step e della banda dei Budokani.


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