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Storia di un Paese lontano

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 24 aprile 2003

In un Paese lontano, un uomo fece un colpo di stato, instaurò un governo con altri partiti. Poi mise fori legge quei partiti. Imprigionò gli oppositori più pericolosi, organizzò pestaggi e tortura. Le democrazie occidentali dissero che era il male minore, il Primo ministro inglese apprezzò il Dittatore. Anche agli Americani quel dittatore non dispiaceva. Poi la dittatura disse che aveva bisogno di più spazio ed occupò un altro Paese della stessa religione, siccome la resistenza era forte, usò gas ed armi chimiche contro la popolazione civile. Le potenze occidentali storsero il naso. Ma la dittatura si impegnò molto a contenere il nemico degli occidentali: un’altra dittatura che, con un’altra rivoluzione, aveva abbattuto un imperatore ed ora minacciava i confini orientali. Solo quando il Dittatore si alleò con altri pericolosi uomini formando un Asse del male le democrazie entrarono in guerra contro di lui. Gli alleati occidentali liberarono i territori pieni di petrolio occupati dal dittatore e dai suoi complici. Poi chiesero la sua resa, ma il Dittatore disse che avrebbe difeso il Paese fino all’ultimo uomo. Allora inglesi ed americani invasero il Paese da sud e lo risalirono verso la capitale, bombardando paesi e città e facendo molte vittime. Gran parte dell’esercito del Dittatore si arrese, ma i più fedeli ed i più compromessi continuarono a combattere, aiutati da soldati venuti da fuori. Ma al Nord c’erano i ribelli, che volevano la democrazia e che combattevano contro il dittatore e i suoi alleati che uccidevano, torturavano, impiccavano per mantenere in piedi la dittatura. I Ribelli del Nord, con l’aiuto di Americani e Inglesi, riuscirono a liberare gran parte del Paese ed addirittura a creare territori governati da loro. Poi, un bel giorno di aprile, la dittatura fu sconfitta, il Dittatore ed i suoi uomini fuggirono. Gli alleati erano già nella capitale e nella più grande città del sud, i ribelli del Nord entrarono trionfanti nelle altre grandi città, qualcuno di loro si vendicò sugli uomini del passato regime, ma gli alleati chiesero ai ribelli di stare calmi ed anche i loro capi dissero che ora bisognava perdonare e costruire la democrazia. Così molti dei gerarchi della Dittatura si salvarono. Intanto, i religiosi rimettevano in piedi il loro partito che la Dittatura aveva abolito e si capì subito che sarebbe stato quel Partito a governare e non i ribelli del Nord che avevano lottato per anni contro il Dittatore ed i suoi amici. Dopo un periodo di protettorato americano, ci furono le elezioni. Il Partito del Dittatore cambiò nome ma fu sconfitto pesantemente, vinse il Partito fondato dai religiosi, la coalizione dei partiti più importanti dei ribelli del Nord arrivò seconda e rimase all’opposizione per 50 anni. Qualcuno avrà creduto che io parlassi della guerra in Iraq ma non è così, il Paese di cui parlo è lontano solo nel tempo: è il paese dove sono nati i miei genitori: Il colpo di stato è la marcia su Roma del Partito Nazionale Fascista, non quello del Partito Baath in Iraq; il Dittatore è Mussolini, non Saddam Hussein; Mussolini, come Saddam, dopo il golpe fece un governo di coalizione con altri Partiti; Mussolini, come Saddam, mise fuori legge i partiti e liquidò e imprigionò gli oppositoiri; Mussolini, come Saddam, fu elogiato dagli inglesi ed adulato dagli americani; il regime fascista invase un paese cristiano, l’Etiopia, proprio come Saddam Hussein ha fatto con un paese musulmano, il Kuwait; Il Fascismo nelle sue guerre di occupazione africane ha usato armi chimiche contro la popolazione civile, esattamente come ha fatto Saddam contro i ribelli Kurdi; La Dittatura fascista partecipò alla guerra di Spagna e poi mandò a morire centinaia di migliaia di poveri soldati nel gelo della Russia per fermare la minaccia della rivoluzione comunista che aveva abbattuto l’impero dello Zar, Saddam ha combattuto contro l’Iran per fermare la minaccia della Rivoluzione Islamica che aveva abbattuto l’impero dello Shah di Persia; Mussolini costituì un Asse con la dittatura Nazista e l’Impero Giapponese, Saddam Hussein, secondo gli Americani, farebbe parte dell’Asse del male che comprende Siria, Corea del Nord e bin Laden; I Ribelli del Nord sono i Partigiani italiani, ma anche nel nord dell’Iraq ci sono i partigiani: i Pashmerga Kurdi che, come i Partigiani italiani dalla Toscana al Piemonte, hanno liberato gran parte dell’Iraq e sono entrati nelle più grandi città del Nord; Americani e inglesi hanno liberato Roma e Napoli, in Iraq Baghdad e Bassora; In Italia dopo la guerra, gli uomini del regime si sono subito riciclati, la polizia iraquena mantiene l’ordine pubblico per gli americani, prima lo manteneva per Saddam ed il suo partito, torturando e imprigionando comunisti e oppositori religiosi; Anche in Italia si sviluppò con forza un partito di ispirazione religiosa: la DC, oggi in Iraq la politica sembra in mano a rinati Partiti religiosi (Sciiti e Sunniti), con il Partito Comunista Iraqueno (PCI, proprio come il vecchio Partito Comunista italiano!) a fare da probabile seconda forza. La fine di una dittatura, di qualsiasi colore, è sempre una bella cosa, da festeggiare e da ricordare, anche dopo una guerra illegale e bugiarda come quella dell’Iraq. Allora, perché qualcuno, qui da noi ed oggi, festeggia con bellica partecipazione la liberazione dell’Iraq, l’eroismo dei Partigiani Kurdi, la fine del Tiranno arabo, mentre in Italia vorrebbe abolire il 25 Aprile, festa della Liberazione dal nazi-fascismo, e intanto dice che i fascisti della Repubblica di Salò erano bravi ragazzi che si sono battuti per gli ’ideali” incarnati dal dittatore Mussolini, mentre i Partigiani che combattevano per la libertà erano terroristi che, con la loro guerra di liberazione e per la democrazia, hanno “costretto” i nazi-fascisti a compiere stragi di donne, vecchi e bimbi? Non credono questi uomini politici che i disperati e feroci repubblichini della Repubblica Sociale Italiana abbiano molto in comune con i fanatici e nerovestiti mujaedin di Saddam Hussein che hanno difeso l’onore della Patria contro gli invasori anglo-americani, esattamente come credettero di fare 60 anni fa le Brigate Nere in Italia? Perché qualcuno di quelli che ci hanno raccontato che quella in Iraq era una guerra per la democrazia, poi va in pellegrinaggio a Predappio sulla tomba di un dittatore e dedica vie e piazze a gerarchi di una dittatura fascista che è costata all’Italia guerra, sangue, povertà, violazione dei diritti umani, proprio come quella di Saddam Hussein in Iraq?