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Benvenuti ai bagni Pianosa

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 25 luglio 2006

A chi arriva a Pianosa le guide raccomandano di non turbare l’equilibrio dei luoghi di un’isola compresa, a terra e a mare, nel Parco nazionale dell’Arcipelago toscano e che è interamente di proprietà pubblica. E’ stata quindi grande la sorpresa di uno dei 350 visitatori giornalieri dell’ex isola carcere di trovarsi in pochi minuti catapultata in una realtà completamente diversa. La nota, con richiesta di spiegazioni, che accompagna le foto che ci sono state inviate, è telegrafica ma rende l’idea di cosa sta succedendo in un’isola dove il parco nazionale dell’Arcipelago toscano sembra aver rinunciato ad esercitare un effettivo ruolo di controllo e di governo delle regole: “Nuova scoperta a Pianosa una villa romana sotto la casa del parco. Chiusa perché pericolante la porta di ingresso di Pianosa. Di chi sono i nuovi stabilimenti balneari a cala Giovanna?”. Altri ci chiedono chi siano i gruppetti di signori, o i singoli individui senza guida che si incontrano per l’isola, oppure come mai ci sono delle persone che fanno il bagno in zone di mare al di fuori di Cala Giovanna, l’unico tratto di costa di Pianosa dove sia consentita la balneazione. Visto che su questo ci sono altre segnalazioni ma nessuna foto che attesti la cosa, giriamo le domande al Parco Nazionale, sapendo che troveremo nel Commissario Carugno un attento interessamento. Altra cosa sono i cartelli con la scritta “privato” apposti alle strutture sulla spiaggia e che vengono evidentemente usate come bagni stile riminese. Per quei cartelli crediamo che qualcuno dovrebbe dare delle spiegazioni, visto che a Pianosa non esiste nessun bene “privato”: l’isola è di completa proprietà del demanio e rivendicata in varie maniere da enti pubblici - Ministero della Giustizia, Parco Nazionale, Comune di Campo nell’Elba, lo stesso Demanio, Sovrintendenza ai beni culturali ed archeologici… - che detengono anche il possesso o l’uso di alcuni stabili. Quindi anche noi ci chiediamo: chi ha messo quei cartelli? Chi li ha lasciati mettere? Chi non provvede immediatamente alla loro sostituzione, magari con altri cartelli che attestino la proprietà pubblica (se esiste) di immobili che forse sarebbe meglio abbattere, vista l’incongruenza con l’ambiente naturale della spiaggia? Ma questi cartellini esibiti tranquillamente e le foto che mostrano i bagnanti occupare anche aree con vegetazione dunale superprotetta, sono il pessimo segnale di quel che sta succedendo a Pianosa. L’isola - zona 1 del Parco Nazionale, e quindi da considerare come riserva integrale, e Zona di Protezione Speciale dell’Unione Europea - come temevamo e in seguito alla crisi del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, si sta rapidamente trasformando in una specie di succursale balneare dell’Elba, dove ognuno torna ad esercitare piccoli e grandi privilegi mentre Pianosa muore lentamente in un’inedia determinata dalle non scelte. Il Parco non sembra esserci più, sparito anche l’ultimo presidio, e guide e Cfs non possono sostenere l’urto del ritorno al passato e ad una banalizzazione riminese di Pianosa che sarebbe la rovina di un ambiente unico. Pianosa ha bisogno di un pronto intervento, del ristabilimento delle regole di un Parco Nazionale e di un mare protetto, ha bisogno di un progetto e di un governo unitario. Speriamo che il prossimo presidente del Parco sappia e voglia cominciare da qui per rimettere ordine.


Bagni pianosa 1

Bagni pianosa 1

bagni Pianosa 2

bagni Pianosa 2

Bagni pianosa 3

Bagni pianosa 3

bagni Pianosa porta diroccata

bagni Pianosa porta diroccata

Bagni pianosa riminese

Bagni pianosa riminese