“Un’isola ideale che porti al di là del mare una scommessa vincente, un progetto che parli al pianeta di un piccolo mondo che ha lanciato la sfida per il cambiamento, dove le persone possano acquisire una coscienza planetaria e vivere in perfetto equilibrio nella biosfera.” Suona così l’Isola d’Elba nelle parole di uno degli scienziati di fama mondiale, Ervin Laszlo, filosofo della scienza, intervenuto al Convegno organizzato al centro De Laugier dalla ASL 6 nell’ambito del progetto “Organizzazione del rispetto della vita ed ecoturismo”, il quale mira ad una nuova visione dell’ambiente isolano e delle risorse che esso offre. In un perfetto italiano dalle flessioni vagamente esotiche il Professor Laszlo ha dichiarato che “l’Elba è ancora conosciuta in tutto il mondo come un piccolo paradiso” ma, come tutti i paradisi terrestri, esso è in mano all’uomo che deve saperselo mantenere. Laszlo ha illustrato allora la nuova visione della scienza la quale non può più prendersi cura di problemi isolati e risolverli uno ad uno, separatamente da tutto il resto, ma deve appropriarsi di una impostazione olistica, che consideri “sia la foresta nel suo insieme, sia albero per albero”. “Esiste un sistema – ha spiegato Laszlo – composto da fattori biologici, fisici, umani, spirituali, culturali: la Biosfera. Fino a 200 anni fa era un sistema autoregolante, adesso, soprattutto in Occidente si è rotto l’equilibrio, si è perso di vista l’insieme, per il nostro particolare interesse, per i nostri consumi individuali. Ci sono dei parametri elaborati dal WWF – ha continuato il filosofo – con i quali si determina l’Ecological Foot Print (l’impronta ecologica che misura il nostro impatto sull’ecosistema) che prevede, in un sistema equilibrato, 3,1 ettari per ogni individuo. In USA il coefficiente è di 12,5 ettari, in Europa di 7,8 in Bangladesh dello 0,5. Ci sono dei divari enormi, e se l’aumento della popolazione continuerà in questo modo e al ritmo dei consumi dell’Occidente, nel 2050 occorreranno due pianeti come la Terra, perché le nostre energie saranno esaurite”. “Allora dobbiamo aggiornare la nostra visione per non superare la soglia di non sostenibilità, per capire che il nostro è un mondo finito e soprattutto è un organismo vivente, dove tutto è collegato con tutto il resto”. Il grande organismo è però composto di tanti individui – ed è qui la parola chiave – che dovranno essere in grado di scegliere non solo per sé ma per tutto l’ambiente e per tutta la società”. L’intervento di vastissimo respiro del filosofo ungherese è quindi riconducibile alle grandi decisioni che interessano l’Isola d’Elba e la sua principale risorsa, il turismo, nei prossimi 10 anni, e allo sviluppo di quella "coscienza planetaria" che sia in grado di fare scelte responsabili. Il Convegno che ha visto nell’intervento di Laszlo il suo momento centrale ha preso avvio dalla presentazione del dott. Santoro dell'Unità di Salute mentale della ASL che è l’ideatore e il curatore dell’ampio progetto che ha come obiettivo principale la nascita dell' Ecoturismo. Sono poi intervenuti alcuni responsabili dell’ARPAT che più da vicino hanno focalizzato i problemi riguardanti lo sviluppo ecocompatibile dell’Isola, annunciando 4 successivi seminari che si terranno nella Sala della Provincia a partire dal 30 aprile, rispettivamente sulla tutela delle risorse idriche, sulla gestione dei rifiuti, e sugli inquinanti fisici (rumore, elettromagnetismo, etc).
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