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Lymantria Dispar, il metodo canadese mette in pericolo anche gli altri insetti

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 20 luglio 2006

Legambiente dell'Arcipelago Toscano: Nei giorni scorsi, dando notizia del ritrovamento di farfalle di Lymantria dispar nel territorio del Comune di Portoferraio riportavamo alcuni consigli dell’ARLA Agence de Règlementation de la Lutte Antiparasitaire (Canada), sulla lotta "fisica" che il singolo cittadino può fare per difendere le proprie piante: “cercare le uova che si possono trovare non solo sui tronchi degli alberi, ma anche nascoste sotto i rami, su una recinzione in legno, sulla legna da ardere persino sotto alle grondaie. Vanno raschiate con un coltello e gettate in un secchio con acqua e candeggina o ammoniaca. In caso di presenza di bruchi su un tronco si può preparare una trappola con un pezzo di juta: si deve passare intorno al tronco infestato a un metro e mezzo circa dal basso, legarlo con una corda a metà e ripiegarne una parte sull'altra (come fosse una gonna). Le larve che temono il caldo vanno a rifugiarsi nel "sacco" e alla fine della giornata basta svuotare il sacco. Accorgimenti che comunque sono utili per qualche albero, non certo per un bosco intero. Occorre stare anche attenti a non coinvolgere nei trattamenti le altre numerose specie di farfalle presenti all’Elba”. Riceviamo questa lettera di risposta e precisazione da parte del dottor Pio Federico Roversi, dell’Istituto Sperimentale per la Zoologia Agraria che ci sembra bella ed importante, sia perchè ci dà l’opportunità di corregge un “consiglio” canadese dell’ Agence de Règlementation de la Lutte Antiparasitaire evidentemente un po’ troppo sbrigativo, sia perché parla di una concezione della natura dell’ambiente, e della sua complessità e diversità di cui dobbiamo tener conto sempre, che condividiamo pienamente. Ecco il testo della lettera: “Alla fine, la nostra società sarà definita non soltanto per quello che creiamo, ma anche da quello che ci rifiutiamo di distruggere” John C. Sawhill Cari amici di Legambiente Arcipelago Toscano, mi permetto di scrivervi queste due righe sul problema della tutela e conservazione dei boschi dell’Elba iniziando con una bellissima frase che uno dei più grandi ecologi ed entomologi, Wilson, ha utilizzato come premessa per il suo libro “Il futuro della vita”. Dico questo perché molto spesso, come nel caso della infestazione di Lymantria dispar (L.) nelle leccete elbane, ci si dimentica, presi in un vortice di frettolosi comunicati sui giornali e altri mezzi d’informazione, che l’ambiente può essere difeso davvero solo unendo la passione con quel lavoro silenzioso e faticoso che portano avanti quei pochi ricercatori ecologi applicati che si confrontano ogni giorno con i diversi problemi di un territorio bello e complesso come quello italiano. Internet ci sta aiutando in tanti campi ma come quasi tutte le cose dell’uomo se ne può fare un buono o cattivo uso: ci aiuta a scambiarci le idee e ci permette di crescere ma non deve diventare un lago di acque poco chiare in cui pescare a caso dati e notizie. Gettare le uova di Limantria in ammoniaca in certi casi vuol dire uccidere centinaia di piccoli imenotteri nemici naturali della stessa Limantria che si sviluppano nelle uova di questa farfalla e possono completare più generazioni nel periodo estate-autunno impedendo la nascita di gran parte delle larve. Siamo un Paese dove tanti sanno fare perfetti, accattivanti e ripetitivi discorsi sulla natura e sull’ambiente ma pochi lavorano per interpretare i fenomeni naturali, quantificarne la portata e gli effetti e dare il necessario supporto non solo per una informazione corretta e comprensibile ma soprattutto per fornire il necessario supporto scientifico a chi poi deve, con scelte gestionali reali, operare per risolvere eventi drammatici come le comparse massali di insetti defogliatori. Siamo cioè un Paese di tanti ecologisti e di pochissimi ecologi ed ancor meno ecologi applicati, ma la natura ha bisogno, per essere protetta, che il rispetto per questo nostro pianeta, l’unico per noi, i nostri figli e quelli che verranno dopo di loro, cammini di pari passo con una conoscenza scientifica di alto livello in grado di affrontare il sommarsi delle quotidiane aggressioni all’ambiente con i cambiamenti in atto nel clima e nelle comunità vegetali e animali. Le comparse massali, periodiche od occasionali, di insetti che si alimentano di foglie o tessuti legnosi degli alberi che costituiscono boschi e foreste, sono la testimonianza di quanto siano delicati gli equilibri su cui si reggono gli ecosistemi forestali: ognuna delle quasi duecento specie di farfalle che vivono sulle querce nella fascia temperata potrebbe in pochi anni moltiplicarsi a dismisura e danneggiare irreparabilmente lo stesso ambiente in cui vive ma questo si verifica solo in pochissimi casi. Si intuisce quindi facilmente come sia assolutamente necessario affrontare il problema posto dalla forte infestazione di una specie, la Limantria o qualunque altro organismo animale, come un problema ecologico, con una conoscenza approfondita che permetta di scegliere tempi e strategie d’intervento capaci soprattutto di aiutare la natura a ritrovare un proprio equilibrio. Come Responsabile del Progetto META (Monitoraggio dello stato fitosanitario delle foreste della Toscana) sono venuto sulla vostra isola tra giugno e luglio con colleghi non solo dell’ARSIA ma anche dell’ARPAT proprio per iniziare ad acquisire i dati per interpretare le tendenze in atto nelle popolazioni di questo defogliatore e definire eventuali strategie d’intervento a basso impatto ambientale. In queste occasioni e successivamente abbiamo fornito agli Enti copie di una nota tecnica su bioecologia della Limantria, danni e interventi di controllo possibili, in stampa a cura dell’ARSIA, proprio per dare alle persone un’informazione la più completa possibile: un aiuto è stato fornito anche al Parco dell’Arcipelago così che nel sito dello stesso Parco è possibile leggere e scaricare ulteriore materiale preparato per questo scopo sulla Limantria nell’ambito del META. É importante che chi ha a cuore la tutela degli ecosistemi naturali possa essere messo in condizioni di dialogare quotidianamente insieme con chi per la natura lavora ed è questo il motivo per cui, da dieci anni ormai unico italiano facente parte della Società per lo Studio dell’Ecologia delle Popolazioni con sede a Kyoto, vi ho disturbato e ve ne chiedo scusa, con lo stesso senso di amicizia con cui tante volte ho scritto a gruppi del WWF, di Legambiente e di ogni associazione ambientalista quando leggevo errori o inesattezze, forte della convinzione che una corretta e precisa informazione costituisce il modo migliore di chiedere rispetto per l’ambiente. Vi rinnovo quindi la mia disponibilità per ogni richiesta d’informazioni e se lo riterrete necessario per eventuali incontri per parlare di natura, boschi, farfalle e ….futuro. Un cordiale saluto


Lymantria despar

Lymantria despar

lymantria focolaio

lymantria focolaio

Lymantria dispar  2

Lymantria dispar 2