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Il lunedì nero elbano: un suicidio, quinta vittima dell'aereo, grave un altro diciassette

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 18 luglio 2006

Le pale del "Pegaso2" che schiaffeggiavano rumorosamente l'aria di buon mattino sul Golfo di Portoferraio aprivano significativamente un lunedì che seguiva una domenica nera elbana (quella dell'incidente aereo con quattro morti, l'incidente più grave capitato a velivoli in partenza o in arrivo nello scalo campese), un lunedì, dicevamo che sarebbe purtroppo continuato nel segno delle negatività GRAVI TRAUMI PER UN GIOVANE CADUTA DALLA MOTO E VOLATO IN UN FOSSO L'elicottero del 118 atterrava agli impianti sportivi di San Giovanni non appena le condizioni di visibilità lo consentivano per prelevare J.M. un diciassettenne figlio di uin noto albergatore e residente a Portoferraio che durante la nottata era volato in un fosso dopo una uscita di careggiata con il suo scooter lungo la provinciale per Porto Azzurro in località Fangati poco oltre il bivio per Bagnaia. Il ragazzo era stato trovato in stato di incoscienza intorno alle 2.30 da altri giovani che si erano incuriositi per l’anomala posizione in cui era a bordo strada il motoveicolo del J.M. Soccorso da un mezzo del servizio 118 il giovane è apparso in serie condizioni per i diversi traumi ed in particolare per uno alla regione cranica che aveva riportato nella caduta, lesioni che si riteneva opportuno far curare presso un più attrezzato centro continentale, quello di Livorno, dove il giovane dopo un breve ricovero in ospedale a Portoferraio veniva condotto in elicottero di prima mattina, e dal quale più tardi in giornata sarebbero giunte più confortanti notizie sulla evoluzione del suo quadro clinico. LA MACABRA SCOPERTA DELL'ENNESIMO SUICIDIO ELBANO Il capitolo più brutto il lunedì nero lo scriveva alle 7.30 con la scoperta da parte di alcuni colleghi di lavoro del corpo ormai privo di vita di un impiegato amministrativo che aveva scelto di suicidarsi all'interno della cella frigorifera dell'azienda dove lavorava, un noto magazzino di distribuzione all’ingrosso di generi alimentari di Portoferraio. L'uomo si era impiccato con una corda ad un supporto all'interno del locale refrigerato ed il suo decesso era sopraggiunto per soffocamento L'ennesimo episodio della catena infinita dei suicidi riguardava M.M. un quarantunenne di origini meridionali ma da tempo residente all’Elba dove viveva con una portoferraiese che gli aveva dato un figlio di tre anni, dopo quella di 12 che l’uomo aveva avuto da una precedente unione. Le indagini del caso venivano svolte dagli agenti del Commissariato di Portoferraio che si avvalevano per i rilievi e la rimozione del cadavere dell’opera dei Vigili del Fuoco portoferraiesi. A facilitare gli inquirenti sulla natura e la volontarietà dell'atto c'era un breve scritto nel quale l'uomo ripeteva chiedendo perdono ai congiunti quasi ossessivamente l'espressione "sono stanco" ... DECEDUTO ANCHE L’UNICO SUPERSTITE DELL’INCIDENTE AEREO Da Livorno giungevano, nell'arco della giornata, notizie sempre più cupe sulle condizioni di Manuel Fricke, unico sopravvissuto al terribile incidente aereo in cui avevano perso la vita il padre, un fratello un’amica di questi ed un bambino di 12 anni dello Sri Lanka ospite della sua famiglia. Il critico stato in cui il quattordicenne aveva raggiunto Livorno si aggravavano ulteriormente aggravate, tanto da condurlo alla morte cerebrale. La madre del ragazzo compiva un atto di generosità autorizzando l'espianto degli organi di Manuel non compromessi. Era l'ultimo atto di generosità di una famiglia, massacrata da un banale mal funzionamento meccanico, che aveva fatto dell'attenzione ai bisogni degli altri, con l'attiva presenza del padre nell'associazione "Medici senza Frontiere" una ragione di vita.


Marmi aereo 18

Marmi aereo 18