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I Comuni si scordano il Parco nei Piani Strutturali

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 23 aprile 2003

Il 24 marzo 2003 il Comune di Marciana Marina ha approvato in maniera definitiva il Piano Strutturale. Questa “approvazione definitiva” è molto strana: manca il parere, obbligatorio e definitivo, dell’Ente che deve esaminare per ultimo il Piano Strutturale ed ogni strumento urbanistico che interessi, anche in parte, l’area protetta. Il Piano Strutturale di Marciana Marina è diviso in 4 UTOE (Unità Territoriali Organiche Elementari), ben tre ricadono in gran parte nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Quello di Marciana Marina è un Piano Strutturale modesto, quasi banale, già fortemente rivisto con l’accettazione di parte delle osservazioni di LEGAMBIENTE e di tutte quelle della Provincia di Livorno. Ma questo non dispensa il Comune dall’inviare il Piano Strutturale - completo delle osservazioni accolte e del parere di conformità con il Piano Territoriale di Coordinamento (P.T.C.) della Provincia - al Parco per l’approvazione definitiva prevista per legge. Ma forse il Comune di Marciana Marina credeva che bastasse inviare “il progetto del Piano Strutturale al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano”, ben 4 mesi prima di esaminare le osservazioni della Provincia, scambiando la richiesta del Parco di un invio di documentazione preliminare a fini interni, con il parere obbligatorio che il Parco deve dare alla fine di tutto l’iter previsto dalla legge: adozione del Piano Strutturale; esposizione all’albo; osservazioni; esame delle osservazioni; Consiglio Comunale che si esprime sulle osservazioni; invio alla Provincia e successiva acquisizione del parere di conformità al P.T.C.; invio al Parco Nazionale del Piano Strutturale per l’esame e le osservazioni. Solo dopo tutto questo il Consiglio Comunale approva definitivamente il Piano e può avviare le procedure per il Regolamento Urbanistico, che segue lo stesso iter. Lo dovrebbe saper bene il Sindaco Martini che è stato anche Consigliere dell’Ente Parco. Il 21 gennaio 2002 il Comune di Campo nell’Elba ha approvato un ipertrofico Piano di Edilizia Economica e Popolare, con oltre 200 nuovi appartamenti seminati in tutto il territorio, anche all’interno del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Il WWF fece precise osservazioni, in larghissima parte condivisibili, che furono ignorate e respinte, tanto che quell’Associazione ha fatto ricorso al TAR contro il PEEP di Campo nell’Elba. Il Comune ha approvato il Piano in maniera definitiva, ignorando le puntuali osservazioni della Provincia, senza acquisire il parere obbligatorio e vincolante del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Eppure tutte le leggi in materia urbanistica dicono che il Parco, in qualità di Ente sovraordinato, deve esprimere l’ultimo parere definitivo sui nuovi strumenti urbanistici, dopo che l’Amministrazione Comunale ha accolto o respinto le osservazioni dei cittadini, delle Associazioni e della Provincia. Solo allora il Consiglio Comunale può approvare in maniera definitiva il PEEP. Ma il Comune di Campo nell’Elba riteneva che il parere del Parco non fosse pertinente perché, come si scrive nelle risposte alle osservazioni, per le zone del PEEP incluse nell’Area Protetta “E’ stata chiesta la deperimetrazione dell’area dal parco”. Quindi, il Comune di Campo, con una semplice richiesta di tagliare il Parco Nazionale - assurda, inefficace, e ritenuta inaccettabile e contro la legge secondo lo stesso Ministero dell’Ambiente - decideva di non inviare al Parco il PEEP per il parere dovuto, ignorando la legge 394/91 e il Decreto del Presidente della Repubblica che istituisce e perimetra il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Questa “furbata” ha prodotto un PEEP che avanza su due binari: già avviato fuori dal Parco, non approvato dentro il Parco. Si, perché il Comune ha, alla fine, dovuto prendere atto della impossibile forzatura antiparco e riavviare l’iter per ottenere il parere, il tutto in mancanza di documentazione e con una confusione indescrivibile. Tanto si può dire ai cittadini che la colpa se non costruiscono è del Parco. Perché questi Comuni ignorano procedure fissate dalla legge? Come mai queste clamorose sviste? Non si rendono conto che, così facendo, allungano e complicano ulteriormente un iter teso a garantire partecipazione e trasparenza, creano incomprensioni tra Enti Pubblici e non danno certezze ai loro cittadini? Cosa intendono fare Parco, Regione e Provincia per ristabilire la corretta applicazione delle leggi?


cartello parco volterraio

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