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Allarme spadare nell'Arcipelago - fermati bracconieri del mare a Giannutri

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 01 luglio 2006

La brillante azione della Guardia costiera di Porto Santo Stefano che, a circa 20 miglia al largo dell’Isola di Giannutri, ha bloccato tre motopesca e sequestrato 15 chilometri di spadare ed una tonnellata di tonni e pescispada, pescati con le reti vietate, conferma l’allarme spadare nel mare dell’Arcipelago Toscano lanciato da Goletta Verde nel 2004 e 2005, una vera e propria barbarie che prevede anche la pesca di delfini per farne il proibitissimo e costosissimo mosciame. La cosa più preoccupante è che questa pesca illegale, ripresa anche grazie al recente decreto che permette l’utilizzo delle reti “ferrettare”, mini-spadare di 2 – 2,5 km. che spesso vengono collegate tra loro per formare barriere lunghissime, si svolge spesso accanto alle acque protette del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e in pieno Santuario Pelagos dei Mammiferi marini, istituito da Italia, Francia, e Principato di Monaco proprio per difendere i cetacei che spesso finiscono dentro le spadare illegali. Intanto, anche a Pianosa vengono segnalate incursioni notturne dei soliti noti pirati del mare, di pescatori disonesti, magari già fermati più volte, che compiono incursioni nell’area marina protetta a pesca di aragoste, mentre a Giannutri si continuano a demolire le scogliere sottomarine per estrarre i protettissimi datteri di mare, mentre all’Elba le forze dell’ordine continuano la loro infinita battaglia contro i bracconieri subacquei . E’ sempre più chiaro che le efficaci azioni delle forze dell’ordine, con sequestri di attrezzi da pesca e pescato e sanzioni pecuniarie non bastano a fermare l’assalto al mare dei bracconieri, occorre inserire i reati ambientali nel codice penale e procedere al sequestro delle imbarcazioni ed alla sospensione della licenza per chi si rende colpevole di pesca illegale con attrezzatura proibita o viola i vincoli ed i divieti delle aree marine protette. Occorre anche un maggiore controllo sul mercato parallelo del pesce e dei prodotti ittici per i quali è proibita la vendita, che coinvolge anche una ristorazione poco attenta all’ambiente, che danneggia fortemente i pescatori onesti con una concorrenza sleale e si basa sulla completa evasione fiscale.


spadare rete pesca illegale

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