Franco Franchini spesso con buona dose di autoironia ricorda la questione dei "criteri". In un partito dove stavamo entrambi accadeva spesso che il gruppo dirigente (formale o sostanziale) si presentasse ad una assemblea che doveva produrre delle nomine amministrative o politiche. Molto spesso i giochi erano fatti e, lo si capiva immediatamente quando qualcuno dalla presidenza pronunciava la fatidica frase: "Compagni prima di fare i nomi stabiliamo i criteri!" Da lì abilmente e magari in diversi, facendo un gioco di sponda, i dirigenti aggiungevano una caratteristica dopo l'altra che il prescento doveva avere, su cui normalmente c'era l'accordo, ma inevitabilmente la somma finale dei "criteri" si attagliava ad una sola persona. Era allora che qualcuno lo "scopriva": "Toh ma uno così ce l'abbiamo!" e finalmente faceva il nome, a quel punto il galateo di partito, imponeva che l'indicato fosse un po' neghittoso: "Io? No!" ma poi alla fine accettava. E tutti vivevano felici, democratici e contenti! P.S. Ogni riferimento all'argomento trattato nell'articolo che segue è puramente casuale