Marco Gulinelli ha ripreso le sue ferie bruscamente interrotte dal rogo delle Antiche Saline, lo troviamo "in borghese", a casa sua e inizia dicendoci che appena tornerà in servizio scriverà al Prefetto ed ai comuni: occorre un controllo più puntuale sul territorio, che deve essere espletato dalla polizia urbana: non si possono consentire abnormmi accatastamenti di merci infiammabili in costruzioni temporanea e/o precarie (tensostrutture o altre) nelle vicinanze o addirittura in contiguità con gli esercizi commerciali. Nel giorno in cui in via Manganaro, nella Caserma dei Carabinieri, sfilano tutti i dipendenti Comel ai quali gli inquirenti chiedono di ricostruire in maniera minuziosa i concitatissimi primi minuti oltre ad una "fotografia" dello stato aziendale, il responsabile dei Vigili del Fuoco ripete che sul punto d'innesco e sulla natura più o meno volontaria non c'è alcuna certezza, non si sa neppure se il fuoco si sia generato all'esterno o all'interno del magazzino precario addossato alla palazzina devastata. Quello che invece ha condannato lo stabile, Gulinelli lo ha più che chiaro: "La grande apertura che collegava lo stabile al magazzino è stato il varco attraverso il quale sono entrate le fiamme che forse avrebbero potuto essere contenute se i due locali fossero stati compartimentati, anche solo da una porta tagliafuoco". Circolano, anzi si alimentano in queste ore le leggende metropolitane del "20": venti telefonate ai Vigili del Fuoco, venti minuti prima che i pompieri intervenissero. Ma se abbiamo ben capito più che la pretesa lentezza dei Vigili del Fuoco il devastante risultato è stato determinato anche da scelte sbagliate e da fatalità. Il personale ha scaricato sei estintori sulle fiamme (gia evidentemente alte) e solo dopo è partita la chiamata al 115, forse sarebbe stato opportuno fare il contrario. La chiamata poi è stata ricevuta a Livorno e non a Portoferraio perchè effettuata da un cellulare della compagnia "3" che ha le linee del 115 ancora attestate su Livorno. "La chiamata è arrivata al distaccamento alle ore 16.04 la prima autobotte ha iniziato a gettare acqua alle 16.09 trovando fiamme già alte - dice Gulinelli che affronta anche l'altra querelle dell'elicottero - il primo dei mezzi aerei intervenuti, quello dell'antincendio regionale, neanche avrebbe dovuto esserci: è infatti, un monomotore il cui uso su incendi in aree urbane non è contemplato per motivi di sicurezza, dobbiamo solo ringraziare chi lo ha messo a disposizione e l'equipaggio che ha accettato di volare in condizioni straordinarie, compiendo tra l'altro un eccellente lavoro, così come il meglio attrezzato elicottero VV.FF. arrivato da Arezzo poco dopo" Dal cielo e da terra, nonostante la non dispobibilità immediata di acqua dalle colonnine dell'ASA, sulla palazzina sono state rovesciate 6/700 tonnellate di liquido "Una quantità notevolissima, in pratica il carico di una intera "bettolina" una nave cisterna". Nel funzionario rimane certamente il rammarico di non aver potuto salvare lo stabile, ma anche la consapevolezza che i suoi uomini hanno dato il massimo e sono andati anche oltre assumendosi dei notevoli rischi, visto che lo palazzina bruciata nasconde ancora dei contenitori di gas che se fossero esplosi potevano davvero fare del male. E l'ultima osservazione di Marco Gulinelli è sulla positiva sorpresa che lo ha colto nel vedere accorrere per dare una mano come potevano, non solo le forze dell'ordine ma anche tanti cittadini. Bene - ci viene da pensare - almeno quando ha il foco al culo quest'isola riesce ancora ad essere solidale.
incendio Comel 2
incendio comel 23 palazz
incendio comel retro
incendio comel 24 pompieri
incendio comel 18 estintore
incendio comel 25 Elicottero piccolo
incendio comel 20 civile che spenge