Una città bloccata, il transito del porto rallentato. Un incendio di vastissime proporzioni ha interessato la zona commerciale di Portoferraio, alle Antiche Saline. Poco prima delle 16 sono partite le fiamme nel magazzino di elettrodometici della ditta Comel una costruzione addossata allo stabile di circa 500 mq che ospitava, a piano terra i banchi e la parte espositiva dell'azienda. I proprietari, la famiglia Battistelli, ed i dipendenti, hanno dapprima provato a spegnerle con un estintore, quando hanno visto che era inutile hanno avvertito il 115. I vigili del fuoco sono giunti sul posto e resisi conto della gravità della situazione spostavano sul posto due autopompe dal vicino distaccamento. Si facevano evacuare i due appartamenti sovrastanti il magazzino di proprietà di Piero e Annarita Pucci. "Mi hanno suonato al citofono, ho fatto solo in tempo a mettermi un paio di pantaloncini e a prendere le chiavi della macchina - ci avrebbe detto più tardi Piero Pucci ancora a torso nudo - tutta una vita di lavoro del nostro babbo andata in fumo". Ma le autopompe non ce la facevano a contrastare le fiamme con i loro getti il materiale ammassato nel magazzino e nello stabile si rivelava una micidiale fonte di alimentazione per il fuoco, ed in pochi mionuti una impressionante nube di fumo nerissimo si levava dal fabbricato attirando l'attenzione di moltissimi cittadini che si precipitavano sul posto per capire cosa stesse succedendo. La folla ha creato anche alcuni problemi alle operazioni di soccorso, ma ci sono stati numerosi volontari che hanno cercato di rendersi utili unendosi ai Forestali ai Carabinieri agli agenti della Polizia di Stato e della Polizia Urbana . Il fuoco divampava sempre più furioso. Il comandante dei vigili Marco Gulinelli si rendeva conto che i mezzi a sua disposizione e quelli di tutte le forze dell'ordine e del volontariato giunte sul posto non sarebbero mai bastati per vincere le fiamme. Si stendevano le manichette da agganciare alle colonnine della rete idrica presenti in zona ma le prese d'acqua non avevano la pressione sufficiente, e solo dopo un intervento dell'Asa era possibile utilizzarle. Gulinelli richiedeva a quel punto l'intervento dell'elicottero del servizio regionale antincendio boschivo, un mezzo raramente utilizzato in situazioni simili, ma quella del responsabile dei Vigili del Fuoco doveva rivelarsi una mossa azzeccata. Dopo alcuni minuti il velivolo è atterrato nel piazzale dell'Esaom per agganciare la benna, il secchiello per raccogliere l'acqua. Poi ha iniziato una serie di lanci a bassissima quota, con disinvolte acrobazie tra i lampioni della luce. La colonna di fumo persisteva. Quando il fuoco sembrava calmato da una parte, le fiamme scoppiavano dall'altra. Si decideva l'intervento di un altro elicottero. Dopo quello della regione, arrivava sul posto quello dei vigili del fuoco. Cominciava una lenta regressione delle furia del fuoco, ma sempre grazie allo sforzo al limite degli uomini antincendio. Momenti di paura si sono registrati per la vicinanza di un bombolone del gas. Sono stati evacuati gli edifici vicini, i negozi sono stati fatti chiudere, le persone accorse fatte retrocedere di un centinaio di metri. Un vigile del fuoco è rimasto leggermente ferito a causa di un getto di un idrante in pieno volto. E' stato soccorso dalla Croce Verde e portato al pronto soccorso, ma le sue condizioni sono buone, tanto da rivederlo un'ora dopo con un occhio bendato ma insieme ai suoi compagni di lavoro. Per fortuna il lieve trauma del pompiere doveva restare l'unico danno registrato dalle persone. Gli elicotteri intanto continuavano a martellare lo stabile con lanci d'acqua effettuandone un numero impressionante probabilmente più di 200 e da terra alle autopompe dei Vigili del Fuoco, si sommavano le quattro del CFS ed i mezzi leggeri dotati di lance d'acqua della Protezione Civile Intorno alle 19 si tirava un sospiro di sollievo, le fiamme c'erano ancora ma la situazione tornava sotto controllo. il peggio era passato anche se rimaneva moltissimo lavoro da fare. E' presto per fare delle ipotesi circa la causa dell'incendio. Forse un corto circuito, ma sarà difficile ricostruire la dinamica. E' bruciato tutto, la palazzina è uno scheletro nero e si teme per la stessa stabilità delle strutture portanti che hanno sopportato per ore un calore infernale. Due appartamenti, un negozio ed un magazzino distrutti, un deposito seriamente danneggiato. I danni si stimano tra i 5 ed i 7 milioni di euro. Si apprendeva che per mercoledì è attesa una visita dei tecnici dell'Arpat per verificare che non ci sia la presenza di sostanze tossiche sia nelle polveri e nelle ceneri generate dall'incendio sia nel percolato determinato dalle moltissime tonnellate di acqua scaricate sullo stabile. La densa nube che si è formata, alimentata da sostanze plastiche, sicuramente conteneva una percentuale di diossina. Per fortuna il vento l'ha sospinta verso il mare, solo in serata il fumo è stagnato sulla città. Da segnalare la presenza del sindaco Roberto Peria sin dai primi minuti dell'incidente. Si è improvvisato vigile urbano dando una mano per far defluire il traffico, ed è rimasto a disposizione dei soccorsi fino a sera. Peria ha avuto parole di elogio per i soccorritori e per i Pompieri, in particolare per la squadra munita di autorespiratori che si è trovata a lavorare a contato con le fiamme. E la giornata di fuoco per Portoferraio non era ancora finita. Nel piazzale del Residence, nella zona del porto, andava improvvisamente a fuoco un'auto. Alcuni volontari hanno provato a spengere le fiamme con un estintore ed a spostare le auto vicine. Ma solo dopo l'intervento dei pompieri, "una delegazione" della squadra impegnata nell'intervento delle Antiche Saline, precipitatasi con una camionetta nella zona portuale, le fiamme sono state spente. Tornavamo sul posto intorno alle 2 della notte giusto in tempo per assistere al cambio della squadra dei vigili del fuoco e scambiare qualche parola con gli "smontanti". I Pompieri del turno in uscita ci parlavano delle difficoltà trovate, incredibili, derivate soprattutto, dalla massa enorme di materiale plastico bruciato, mentre i colleghi proseguivano l'opera di bonifica sparando ancora acqua nella palazzina fumante da dieci ore, ci raccontavano delle tre ore di lavoro della motopala che ci sono volute solo per smassare una parte delle strutture e dei materiali bruciati ed arrivare nel cuore del fuoco che continuava a reinnescarsi, forse solo nell'arco della giornata di mercoledì tutto sarà davvero spento e bonificato. E l'ultimo incontro era di nuovo con la famiglia Pucci con Piero che si era rivestito e che continuava a parlare delle sue preoccupazioni: il premio dell'assicurazione ed i tempi non brevi che ci vorranno per averlo, ma soprattutto parlava quella casa di cui rimaneva ormai così poco: "Non era grande ma ci stavo bene .. poi sai me l'ero sistemata un po' alla volta .. stavo dalla parte di là non c'erano i rumori della strada" Poi ritornava sul pericolo scampato: "M'ero buttato sul letto ero proprio stanco è una fortuna che m'abbiano suonato e che l'abbia sentiti, ci avrei lasciato le penne .." Sua sorella (la signora ritratta al centro della foto sopra) taceva come qualche ora prima. Ma allora intorno alla palazzina bruciata c'era un casino infernale un andirivieni frenetico centinaia e centinaia di persone a stento tenute a distanza di sicurezza dalle forze dell'ordine. Alle due c'erano solo i Pompieri, i ragazzi del Commissariato e dei Carabinieri che presidiavano i due lati della strada e i Pucci con tutta la loro dignitosa tristezza Tutto il resto della Portoferraio commerciale cresciuta brutta e disordinata alle Saline era buio, deserto, silenzioso, maleodorante del fumo più greve.
Incendio Comel 1
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incendio comer 4 elicottero
incendio comel 5 pompiere ferito
Incendio comel 6 foto giù
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